Perché non voto alle europee

Siamo ormai prossimi alle elezioni per il "rinnovo" del parlamento europeo.

Rinnovo l'ho virgolettato perché questo tipo di elezione è ancora più inutile di quella del rinnovo del parlamento nazionale a queste condizioni di prostrazione politica.

La piena sudditanza assoluta del parlamento alla commissione europea è ampiamente descritta nei trattati.

Naturalmente rispetto il pensiero di chi andrà a votare convinto del contrario.

Mi fa pensare chi invece dice e proclama che, per lui, la UE è inutile e che l'Italia dovrebbe uscirne quanto prima e andrà a votare o si candida.

Due sono le cose: o non ha capito o ripete un ritornello per puro utilizzo di un potenziale spazio politico a proprio favore.

Cerco spiegarmi meglio.

Sia per la prima ipotesi, non aver capito, sia per la seconda, l'utilizzo per aprirsi una strada, se si proclama l'inutilità della UE ma ci si candida non è un fatto positivo e tantomeno pone a ben favore per chi si candida.

Non credo sia conseguenzialmente logico per primo candidarsi a qualcosa che si ritiene inutile e ancora più candidarsi a fare parte di qualcosa che in effetti è inutile, contrariamente a quanto invece detto, e fortemente perniciosa per l'Italia e i suoi interessi.

La commissione europea agisce sempre e comunque indipendentemente dal parere del parlamento che ha solo un valore consultivo e agisce e legifera solo su proposta e guida della commissione stessa.

E qui, se ti sei dichiarato antieuropeista e sai perché lo sei, una domanda davanti allo specchio credo che te la dovresti fare.

Andando ancora avanti nella riflessione all'atto di pensare di candidarsi, probabilmente avrai analizzato ad esempio la forte ingerenza della UE organismo sovranazionale ad esempio con il PNRR e con il fiscal compact, oltre ad esempio alla stessa moneta e a tutto ciò che ne deriva ad esempio nella sanità così come per l'occupazione.

Saprai che esiste uno strumento di pianificazione, il NAIRU, con cui si pianifica, sì, si pianifica la disoccupazione e in Italia, per scelta europea, DEVE essere costantemente di circa il 10%, saprai anche che nelle statistiche nazionali anche una sola ora di lavoro ti rende statisticamente occupato.

Inoltre saprai che molte di queste limitazioni sono imposte e accettate per mezzo di accordi che però sono praticamente tutti antitetici alla nostra Costituzione, di fatto negandola, e quindi del nostro modello sociale.

Quando dici che si fanno le cose perché "ce lo chiede l'Europa", e lo dici per sottolineare tale discrepanza e gli effetti che si hanno su di noi, probabilmente tieni conto di tutto questo e tanto altro.

Quindi non riesco a capire perché ti candidi alla elezioni per un cosa che non vorresti che ci fosse.

Ah è vero: "porteremo le nostre istanze" e "cambieremo la UE da dentro" sono due validi slogan, tra gli altri.

Ma non sono linearmente e logicamente connessi ai motivi per cui dici di essere antieuropeista.

Ancor più, sempre a mio avviso, non ridà la perenne "ricerca di visibilità" data dalle elezioni di cui parli.

Un minuto, ma anche 5, a mezzanotte, è visibilità? Magari con un plotone di esecuzione europeista schierato e abilmente comandato dal giornalista di turno?

Ecco dove poi genera ulteriore confusione per chi dovrebbe capire perché votare una forza politica che volesse uscire dalla UE.

L'esempio della Brexit è chiaro: vince le elezioni nazionali UKIP che fa un accordo di "scopo" con i Conservatori: a voi il primo ministro a noi l'uscita dalla UE.

Ovvero per uscire DEVI vincere in Italia.

E soprattutto VOLER vincere creando un partito di scopo che per effetto della proporzionalità del parlamento abbia come solo obiettivo il dare avere in tal senso.

E questo lo si potrebbe pensare di fare prima di tutto cercando di capire se si è veramente antieuropeisti o se si intende solo percorrere una strada abbastanza sgombra ma disseminata di carcasse.

Oltretutto la formazione di liste in tal senso che per necessità hanno bisogno di innesti, genera sempre uno sfascio dopo la tornata elettorale per cui si torna sempre al via perdendo "lo scopo" e generando ulteriore frammentazione.

A qualcosa di simile, almeno ad un germe di ciò, nel 2019 ci si cominciò ad avvicinarsi seriamente.

Ma poi la sovrapposizione tra scrittori, ciarlatani e bottegai, con la ciliegina Paragone fece scoppiare il tutto e da lì le schegge impazzirono e si divisero e moltiplicarono.

Amen.

Naturalmente andrò al seggio e ritirerò la scheda restituendola subito al Presidente e facendo annotare a verbale che non voto.

Almeno rimane un segno e non uno strumentale e misero "vado al mare". 

Io sono venuto ma vi reputo inutili e dannosi.

Non so se sarà di una qualche utilità, ma sarà un dato incontrovertibile.

E ci vorrebbe una forza politica che fa tempo avesse spiegato per bene questo e perché per poi passare alla vera azione.