37° anniversario della morte dell'On.le Giorgio Almirante - 22 maggio 1988 - 22 maggio 2025


La figura di Almirante viene spesso scomodata anche per giustificare con assimilazioni a mio avviso approssimative e con giochi di parole concetti e proposte politiche che poi alla luce dei fatti divergono da quanto Almirante stesso intendeva. 

Per prima cosa ritengo vada contestualizzato il suo pensiero e la sua proposta politica. 

Bisogna anche tener conto di quello che potremmo considerare come uno sviluppo della proposta politica, sempre coerente e conseguenziale, nata e maturata a cavallo di due “Italie” profondamente diverse tra loro. 

La sua adesione al Partito Fascista con anche ruoli politici importanti sino all’adesione alla RSI, mai rinnegate e dallo stesso ritenute morte e sepolte, non gli hanno impedito di contribuire in maniera determinante al superamento delle logiche della guerra civile anche in una manifesta mancanza di 
pacificazione popolare che alimentò un clima di contrapposizione forte e violento. 

Per questo non mancano testimonianze dei suoi avversari politici riferite al suo rispetto per le istituzioni democratiche. 

I capisaldi della proposta politica di Almirante e dell’MSI erano il nazionalismo, promuovendo un forte senso di identità nazionale unito ad una visione tradizionalista della società con particolare attenzione alla famiglia e alle politiche sociali; e l’anticomunismo. 

“L’Europa o va a destra o non si fa” contestualmente all’idea dell’Eurodestra per un’Europa dei Popoli definivano la visione europeista di Almirante.

Quindi: La visione europeista di Almirante corrisponde alla realtà attuale dell’unione europea? 

La sua idea di europeismo lo vide affiancare Spinelli allorchè ci si rese conto della necessità che l’Unione europea doveva passare attraverso una serie di riforme per il funzionamento delle istituzioni legittimate dal 
voto popolare per il fatto che il Parlamento Europeo non aveva un reale potere legislativo. 

Il progetto di Spinelli, sostenuto anche da Almirante e dagli eletti dell’MSI-DN, rappresentato da 4 eurodeputati, dopo il voto favorevole, non fu ratificato dai vari stati e il processo di unità europea, evidentemente non voluto realmente, naufragò sino all’attuale disastro. 

Il potere di iniziativa legislativa è stato negato al Parlamento europeo sin dall’approvazione dell’Atto unico europeo nel 1986 e dall’attuale trattato di Lisbona, che conferisce alla commissione europea tale potere. 

In contrapposizione agli Stati Uniti d’Europa, l’Europa dei Popoli, dal punto di vista democratico, nella situazione attuale e per ciò che ormai è palese, proprio per l’appoggio dato a Spinelli, che con il Progetto di Trattato sull’Unione Europea del 1979 e approvato nel 1983, intendeva correggere quanto realizzatosi dopo il Manifesto di Ventotene, si può ancor più comprendere che tali ipotesi nei fatti non avrebbero soddisfatto i valori posti alla base dei valori di riferimento di Almirante e dell’intera forza politica dell’MSI-DN. 

Dal punto di vista economico la sua posizione era quella di sostenere un’economia forte e in crescita per il benessere del paese e sostenendo che l’economia italiana dovesse essere protetta dalle importazioni straniere garantendo la crescita del settore industriale interno. 

A favore del mercato libero, ma sostenendo che lo Stato dovesse intervenire per garantire la stabilità dell’economia e sostenere le imprese in difficoltà con anche la creazione di enti pubblici e l’adozione di politiche di sostegno all’industria. 

Così come per le politiche sociali dell’MSI che ha sempre sostenuto l’importanza della famiglia come istituzione fondamentale della società, l’importanza di investire nell’istruzione e formazione dei giovani, l’importanza del lavoro come fattore di crescita economica e sociale e l’importanza di una rete di assistenza sociale per gli anziani, le persone senza lavoro, i disabili e le persone più bisognose in genere. 

La stagione iniziata nel 1992 con lo smembramento e la vendita delle aziende italiane, vedi l’IRI e non solo, non sarebbe certamente stata accettata da Almirante. 

La posizione di Almirante è fortemente in contrapposizione con il modello economico dell’ue, che si basa sul principio cardine della libera circolazione dei capitali e delle merci che non consente di tutelare l’economia nazionale dalle importazioni esterne.

In merito alla sovranità monetaria ceduta sottoscrivendo il trattato di Maastricht, quale sarebbe il giudizio di Almirante sul fatto che il nostro Paese per essere competitivo, come prescritto dai trattati europei, non potendo svalutare la moneta, è costretto ad attuare delle politiche economiche che svalutano il Lavoro, principio fondante della nostra Costituzione? 

Sicuramente negativo. 

La visione di Almirante e dell’MSI è saldamente ancorata a valori che si contrappongono a questa UE fatta da mercato libero e distruzione dello Stato sociale. 

Il suo atlantismo era commisurato e rapportato al momento storico in cui si rendeva evidente il ruolo anche territoriale dell’Italia, di fatto confine fisico con il blocco sovietico. 

Atlantismo che nulla ha a che vedere con la succube e supina accondiscendenza all’imperialismo americano che, dopo la dissoluzione dell’URSS e la caduta del Muro di Berlino, ha modificato la sua azione dapprima 
prevalentemente muscolare e militare giustificata appunto dal confronto dei blocchi e oggi perpetrato con strumenti finanziari e assoggettamento economico anche per il tramite di strumenti militari. Fino all’attuale 
prostrazione atlantista che ha di fatto reso l’Italia definitivamente una colonia americana a pieno titolo. 

Per cui la risposta alla domanda iniziale non può che essere NO: la visione europeista di Almirante NON corrisponde alla realtà attuale dell’unione europea. 

Quindi, quando esponenti politici dichiarano di rifarsi all’europeismo di Almirante, stanno di fatto negando ciò che Almirante aveva come visione europeista che è palesemente in contrasto con ciò che loro con le scelte politiche perpetrate sostengono.