È l'ora per Casalincontrada? (Parte 3)


È arrivata l'estate ed è passato più di un anno dalle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e l'elezione diretta del sindaco a Casalincontrada.

Eppure il tempo pare fermo a prima che questo avvenisse.

Il tempo pare scorrere lentamente, ma più lentamente dello scorrere lento del tempo stesso.

Fa caldo e la terra è secca. Ancora più secche sono le presupposta sorgenti che ci si augurava potessero rinvigorire la scena politico/amministrativa di Casalincontrada.

Le sorgenti sono secche per un motivo unico che le accomuna: una diga.

Una diga di fatto comune costruita sul percorso delle due apparentemente distinte sorgenti.

Apparentemente diverse perché, seppur a parole ci si dichiara diversi, nell'agire è più che evidente una sovrapposizione metodologica che le accomuna.

Come nel panorama politico nazionale e regionale, anche quello locale appare immutato e immutabile nel tempo.

La struttura amministrativa è rimasta immutata nella sua dinamica e nella sua estrinsecazione con l'utenza, così come il rapporto con gli enti si cui le amministrazioni fanno parte in rappresentanza della comunità casalese.

Che ci vuoi fare, così va la politica.

No. Così va dove ci si adagia, contrariamente alle dichiarazioni, sulla stessa forma lasciata da chi ci ha preceduto. Andando solo ad imprimere un'orma diversa per la sola conformazione fisica. Come un materasso Memory. Un comodo materasso da circa 2.000 euro al mese.

In effetti questa è l'unica "fortuna" che mi sembra di aver perso a favore di chi invece l'ha "guadagnata".

Del resto è notorio che molti misurano il proprio valore quasi come si stampa un biglietto da visita con vari titoli.

Torniamo alle dighe che a parole si dichiarano apparente diverse ma che sono sostanzialmente identiche e sovrapponibile nel metodo e nell'applicazione del metodo stesso.

In pratica si sostengono a vicenda in un avvilupparsi che contribuisce solo ad una stucchevole discussione fine a se stessa e come si dice: "la cera delle candele si consuma ma la processione non cammina".

È stucchevole e credo anche fortemente demotivante ritrovarsi in un consiglio comunale e sentire il disco rotto "e tu", "prima" , "quando" e così via in una carrellata di ormai anacronistiche contestazioni che ormai dopo oltre 10 anni hanno perso gran parte della forza, ma tant'è che sono come una sorta di "zeppa" che blocca tutto e distoglie i pensieri e le attenzioni.

"La cera delle candele si consuma e la processione non si muove".

Anzi, la cera è praticamente finita e la processione ormai sta sciamando e i partecipanti stanno cominciando a tornare a casa.

Disgustati e demotivati.

Allora cosa ci si può aspettare?

Un gesto semplice. La rimozione della "zeppa".

Perché tolta la "zeppa" poi lo scenario dovrà obbligatoriamente muoversi.

Tolta la "zeppa" si innescherebbero una serie di processi che per intanto sarebbero giustamente di riconoscimento e di corroborante rinforzo a chi vorrebbe fare ma di fatto si sente bloccato dalla stucchevole discussione "retrorivolta".

Tolta la "zeppa" non ci sarebbero più scuse se chi dice si voler fare non può fare perché si sente bloccato dalla stucchevole discussione "retrorivolta".

Tolta la "zeppa" tornerebbe a scorrere almeno una delle due sorgenti bloccate dalle dighe del tempo che fu. 

Se non ricordo male le dimissioni, intese come l'apertura di un nuovo percorso, erano nelle cose e sarebbe anche e soprattutto un bel gesto e soprattutto un gesto di vera responsabilità.

Il contrario, a mio avviso, sarebbe un tentativo di riaffermare ciò che non è e mai più sarà e quindi più tempo passa e più danni alla sorgente si faranno. 

Sino ad asciugarla.

A meno che, alla luce degli eventi, considerate alcune prospettive, la volontà non sia proprio quella: bloccare la sorgente per ricondurla in alvei già conosciuti per continuare ad alimentare una visione ormai morta in attesa di proporre la "novità", l'ennesima, per riproporre qualcosa di già visto, come una ripetizione all'infinito di un copione ormai consumato e consunto.

Mi auguro l'estate, che poi con lo scorrere inarrestabile del tempo sarà breve, porti consiglio e soprattutto ravvedimento.

In alternativa, se la diga rimarrà, al pari dell'altra,  ci vorrà del coraggio per proseguire perché altrimenti si avvalorerebbe la diga stessa.

A meno che non sia sufficiente il titolo sul biglietto da visita.

[Continua]

Parte 2 nel link: