Il riscatto come ostaggio


Le "cose" avvengono e poi ci si può rendere conto, chi può e/o chi vuole, di come sono avvenute.

Quello "cose" che avvengono sotto la spinta di interessi e sotto la coperta dell'ipocrisia addolcita dai capitali le vedi e le annusi quasi subito. 

Se hai i sensi liberi dalla schiavitù del cuore e del sentimento che tutto ottenebra.

Le cose che avvengono ipocritamente e sfruttando la penetrazione nella parte sentimentale o delle paure delle persone, alimentandole sia l'una che l'altra, credo siano tra le peggiori e gli strascichi tra i più dolorosi.

L'ipocrisia di fondo blocca sul nascere ogni e qualsiasi possibile commento o appunto e mette al riparo da ogni e qualsiasi futura richiesta di chiarimenti ponendo al sicuro l'eventuale reale obiettivo.

Guai a chi dovesse minimamente rendere pubblico un qualsiasi appunto: dito puntato e gogna istantanea.

A chi come me non interessa il fatto in sé, ma le ricadute che tale fatto può comportare a livello sociale in prospettiva, non resta che osservare l'incedere delle azioni legate al fatto stesso che probabilmente non è il vero obiettivo ma il mezzo o uno dei mezzi per poi arrivare ad altro.

Altra riflessione andrebbe fatta su chi permette che tali fatti si realizzino investendo: costui o costoro, sono a conoscenza dei presumibili veri obiettivi o no?

Perché se no, il risveglio, per costui o costoro, dara doloroso e oneroso.

Credo che tra non molto si cominceranno a vedere alcuni effetti del "fatto" originario. 

Specialmente nelle scuole dell'obbligo e in altri luoghi di aggregazione non solo giovanile, ma adolescenziale e soprattutto infantile.

E le coscienze sopite di coloro che vedono solo l'immediatezza del presunto "riscatto" si sveglieranno?