Poltronifici e sfasciacarrozze.

Oggi a Chieti è stata inscenata una protesta da parte dei lavoratori di varie aziende regionali del settore trasporto. Su alcuni cartelli esposti dai lavoratori si rappresentavano gli enti come poltronifici che, invece di investire sul miglioramento dei servizi, si limitano a produrre nuovi incarichi e posti per vari personaggi. Sia ben chiaro che ogni azienda, anche pubblica, ha la necessità di essere guidata. Per le aziende pubbliche però non sempre si riesce a trovare il personaggio giusto. Quello delle
dirigenze, a tutti i livelli, è un serio problema non solo regionale ma nazionale. La corsa alle poltrone è una risultante di tutte le attività che vengono svolte in campagna elettorale e/o in previsione o in avvicinamento ad essa. Questa è una prassi che ha molti risvolti. Il primo che oggi è sotto la lente di ingrandimento è quello del costo delle singole poltrone e anche degli sgabelli con cui si ricompensano coloro che hanno contribuito a produrre un risultato elettorale. Nulla di strano se questa fosse una pratica gestita in maniera virtuosa e produttiva. Troppo spesso, contrariamente a quanto prospettato, all'atto della nomina dell'occupante la poltrona di turno, questa pratica non si traduce in una sorta di costruzione di una rete di comando, basata sulla responsabilità, che dovrebbe permettere, a chi è in cima, di avere una struttura che in ogni possibile diramazione abbia il medesimo obiettivo e finalità. Magari. La corsa è a scavalcare chi ha ricevuto la stessa promessa. In alcuni casi appare che si commissariano enti proprio per moltiplicare poltrone ed incarichi. La cronaca ne è piena. Questa prassi, unitamente a quella delle consulenze,  vanifica molti degli sforzi che vengono messi in campo da chi, con realismo ed onestà, cerca di dare il proprio contributo nell'esercizio dell'incarico ricevuto e addirittura costoro sono mal visti dall'occhio impietoso e ormai sempre più insofferente dell'opinione pubblica che ormai esasperata fa di ogni erba un fascio. Nei comuni, anche se non hanno aziende partecipate, non è che il clima sia migliore tra consorzi e ex-municipalizzate. Alla fine la sensazione che rimane, con molto amaro in bocca, dopo che si sono susseguiti i vari avvicendamenti e moltiplicazione di incarichi, è che più che di poltronificio, si può tranquillamente parlare di sfasciacarrozze. Perchè? Ma è semplice. Molte di queste aziende ed enti guidate da personaggi senza scrupoli e con poca dignità, anche personale, quando passano di mano appaiono più come autovetture che sono state usate impropriamente per una sorta di rally.
Con gli ammortizzatori rotti, i vetri sfasciati, il motore fuso e soprattutto il serbatoio vuoto.