Non sò ragazzi.Sò Sindaci.


Ieri sera ho avuto modo di assistere,come altri, ad uno spettacolo indecente.Ancora una volta è amaro il sapore della conferma che ciò che si è compreso stesse accadendo era già accaduto. Ho assistito al Consiglio dell'Unione dei Comuni delle Colline Teatine, ovvero pensavo di assistervi, ma ho solo assistito ad una cagnara. Vedere persone adulte che addirittura hanno avuto il mandato dalle rispettive comunità ad amministrarle comportarsi in quel modo mi ha fatto riflettere. Un groviglio di singoli che presuntuosamente e senza remora
 alcuna nascondendosi dietro frasi tipo "per il bene del mio territorio" hanno dimostrato ancora una volta, e questa volta in pubblico, il limite culturale di molti e sicuramente troppi di coloro che "fanno politica". Questi ancora non hanno capito che sono amministratori e quindi dovrebbero preoccuparsi di far funzionare le amministrazioni e ancor più gli organismi che avrebbero dovuto, se ben utilizzati, e non ci vogliono scienziati ma solo uomini e donne di buona volontà, dare un contributo alla gestione dei tanti servizi che i piccoli comuni non riescono a gestire. Invece niente di tutto ciò. Troppi galli senza capire a quale scopo, ma a quale scopo ben si comprende, hanno creato delle cordate che hanno completamente dilaniato un ente nato per tempo e che avrebbe potuto veramente dare risultati eccellenti. Scuse quasi infantili che non ti aspetteresti da amministratori che si ergono a maghi e menti sopraffine. Sarà pure vero, ma non lo si è dimostrato, non tanto ieri sera ma per tutto il percorso fatto sino a ieri sera. Ripicche. Gelosie. Amici e nemici. Simpatie e antipatie. Tutti legittimi stati d'animo e condizioni umane. Sì, ma personali e non che poi determinino ancora una volta perdita di tempo e risorse e soprattutto che continuano ancora a far schifare le persone di coloro che "fanno politica". Beh non ci stò. Ed è ormai giunto il momento che costoro tornino ad occuparsi solo di problemi e vicende personali visto che non riescono, con le scuse più assurde, ad essere oggettivi nelle proprie decisioni anteponendo sempre una soggettiva scelta ad ogni costo. Ieri sera se si fosse giocato a calcetto qualcuno sicuramente avrebbe raccolto il pallone e se ne sarebbe andato dicendo sprezzante e a muso duro : "il pallone è mio e quindi me ne vado quando voglio se non fate quello che dico io!".
Ma questi non sò ragazzi, sò, almeno dicono di essere, Sindaci.