Il gioco delle 3 carte - #Casalincontrada2014

Ci risiamo. Sono passati i fatidici 5 anni. A Casalincontrada si vota per il rinnovo del Consiglio comunale. I ricordi si affollano nella mia mente. Per ricordi intendo soprattutto quelli relativi i fatti ed alle vicende vissute in prima persona. Non quelli raccontati da altri a proprio uso e consumo, appresi tra un sussurro e l'altro al bar o dai riferimenti dei picciotti. I ricordi sono importanti perchè racchiudono le vicende vissute e quindi l'esperienza che ciascuno di noi ha fatto. In ordine cronologico il primo ricordo è quello legato alle elezioni
comunali del 2004. Ero candidato per la prima volta in una lista civica. Mi accingevo ad avvicinarmi ad un mondo che poi con il passare del tempo mi ha sempre più affascinato e coinvolto. Ma non mi ha cambiato. Nel 2004 si parlava della mitica fusione tra due liste che avrebbero sfidato quella maggioranza e quel modo di amministrare che ancora oggi è presente a Casalincontrada. Come candidato, tra l'altro inesperto, cioè senza esperienza e quindi senza conoscenze di alcuni fatti in maniera specifica, all'epoca mi relazionavo con coloro che gestivano questo percorso che avrebbe dovuto portare alla messa in campo di una sola lista che si sarebbe contrapposta, come le regole democratiche dettano, alla lista uscente. Ricordo gli incontri di cui chi poi avrebbe dovuto votare poco sapeva sino in fondo. Solo chiacchiericci che derivavano da incontri furtivi ma finalizzati a qualcosa che si riteneva positivo. Incontri febbrili. Ripetuti. Di cui vi sono varie e forse troppe versioni. Badate, non mi riferisco ai dettagli delle singole parole. Incontri in cui forse si sono regolati conti che nulla avevano a che spartire con il fine ultimo. Mi riferisco alla creazione del progetto unitario che come i canoni di quella politica legittimamente perseguita imponevano, si dovevano svolgere nel mistero. Nel riserbo. Ancor più tutti abbiamo ancora nelle orecchie le polemiche successive al non accordo. Ma in effetti dei veri motivi ognuno ha la sua verità. Anche allora e tuttora lo si ripete, da parte di molti, che il problema, per la verità non nuovo alle cronache politiche della nostra comunità, è stato il solito: dopo una prima disponibilità, qualcuno ha tramato ed agito per rendere impossibile la fusione e quindi la messa in campo di una lista unita forte e coesa che racchiudesse le varie anime alternative a quella amministrazione uscente. Come sia andata tutti lo sappiamo. Il perchè è un mistero.Ma non troppo.
Nel 2009 nuovamente vivo il percorso della messa in campo di una lista civica. Questa volta da protagonista. Sono il candidato a sindaco designato della minoranza uscente. Vivo l'esperienza della formazione di una lista in prima persona. Nel percorso, con l'aiuto di persone fidate, cerco di mettere a frutto l'esperienza maturata negli anni precedenti. Cercando di comprendere le dinamiche che 5 anni prima, e non solo, avevano impedito di chiudere la fusione e quindi portare al giudizio elettorale dei casalesi una lista unica alternativa a quella uscente. Per il vero la situazione politica a Casalincontrada è stagnante ormai da troppi anni e lo è oggi come allora e come prima ancora. Di interlocutori ve ne sono pochi. Partendo dalla precedente esperienza, vissuta in posizione di sicuro vantaggio per avere quante più informazioni e notizie vicine alla verità, ma non in prima persona, appare evidente che il percorso che si para davanti è simile. La sensazione che avevo era quella di essere osservato da persone interessate ma ferme alla finestra ad attendere gli sviluppi. La scelta è quella, a suo tempo, purtroppo necessaria per la situazione stagnante dal punto di vista politico, del solito percorso delle 7 chiese, dei soliti noti. Bisogna lavorare con il materiale che si ha. E farlo al meglio possibile. Elemento innovatore che si decide di introdurre per evitare un ripetersi delle note e ripetute vicende che hanno sempre portato allo scarto da parte di qualcuno del 2 di picche che poi ha sempre reso vano ogni tentativo di unire le forze, quello di non nascondere troppo la famosa cena. Forse per questo il gioco durò poco. La settimana che ne seguì portò a quello che conosciamo tutti. Accadde di tutto e di più. Il solito 2 di picche è stato scartato dal solito mazzo usato nel gioco delle 3 carte. Oggi siamo nel 2014. Di acqua sotto i ponti ne è passata. Il mondo è cambiato. Sembrano le solite frasi fatte ma sono anche realtà.
Ma il mazzo delle tre carte lo vedi sempre lì. Pronto per essere messo sul banchetto. Con il suo 2 di coppe. Forse è solo un deja vu. I fatti lo diranno. A breve, Nel frattempo l'esperienza e la conoscenza dei fatti, che è l'esperienza stessa, è cresciuta. Come la consapevolezza. I pensieri portano alla riflessione ed all'analisi delle vicende. Anche oggi ho la sensazione che ci troviamo come allora, come prima ancora e come ancora prima allo stesso punto. C'è la volontà di dare una reale alternativa comune alla nostra comunità ormai irrimediabilmente fiaccata e segnata dalla mancanza di alternanza? Pare mancare il guizzo finale. Ancora una volta? Eppure la disponibilità è massima e ampiamente esternata. Con tutti i mezzi possibili. In tempi non sospetti. Nessuna condizione restrittiva da parte nostra. Massima apertura. Massima ricerca della condivisione per la creazione di un progetto comune. Progetto, utile, necessario e possibile. Irrimandabile. Nessun personalismo. Già chiarito. Già dichiarato da tempo. Eppure quel mazzo delle 3 carte con il 2 di coppe al suo interno è lì davanti a me. Come un miraggio. Aleggia sinistro. Beffardo. Irriverente. Irresponsabile? E non solo davanti a me. Quale può, anzi deve, essere il denominatore comune per la messa in atto delle azioni necessarie ed irrimandabili che dobbiamo alla nostra comunità? La CHIAREZZA. Il tempo stringe. E le persone che dovranno giudicare per mezzo di un voto debbono sapere quel che accade. Comprendere. Valutare. Poter anche dare un contributo. Non possiamo indugiare oltre. Se qualcuno dovesse pensare di poter scartare il 2 di coppe nella penombra dell'ultimo minuto non ci faccia conto.