Naufragar m'è arduo in questo mar


Più osservo e più mi convinco della assoluta sudditanza psicologica generata nei più da questa situazione.

Sudditanza indotta sfruttando le paure più recondite dell'uomo e ricorrendo alla costruzione di un caos gestito e sostenuto da un'informazione martellante e terrorizzante che non esita ad inserire concetti negativi anche quando si parla di cose positive.

Incontro sempre più persone che girano, completamente sole e in condizioni di assoluto rispetto di qualsiasi e qualsivoglia forma di sicurezza interpersonale, con la mascherina . Anche in macchina. Addirittura tra familiari conviventi.

Alla domanda che spesso rivolgo loro per comprendere il motivo per il quale girano, anche dove non c'è minimamente necessità, con la mascherina, rispondono sempre più che lo fanno per abitudine. 

Questo concetto, quello dell'abitudine, mi fa riflettere e capire sempre più il sottile gioco psicologo messo in campo con grande spiegamento di forze e che ha ormai attanagliato la mente di molti.

Si passano le giornate aspettando il colore assunto dal territorio in cui si vive per poter avere la possibilità di poter pensare di mettere il naso fuori e la continua altalena di formazioni, anche e spesso contrastanti, aumenta questa dipendenza.

E l'obiettivo qual'è? È ormai chiaro. Solo chi non vuole non lo percepisce anche se lo si vede chiaramente. 

L'obiettivo da raggiungere è quello del completo abbandono dell'Uomo nelle mani di una scienza tecnologicamente predominate che si è posta al servizio di personaggi senza scrupoli che ci "salveranno" a caro prezzo e ci renderanno tutti fratelli nella nuova religione della salute garantita...se sarai utile ai loro scopi.

Naufragar m'è arduo in questo mare.

È più forte di me.