La linea di confine


Il prossimo 19 luglio la "perfida albione" porrà fine alle restrizioni e riaprirà tutto.

Una bella sfida definita dal mainstream e dai suoi amplificatori un grosso errore.

Ricordate il discorso di Johnson di un anno fa?

Ricordate come lo tradussero e come lo spezzettarono in maniera da rimontarlo come se fosse stato pronunciato da un forsennato incosciente?

Ricordate nel medesimo periodo il parallelo con Trump?

Ricordate invece alcuni mesi orsono e ancora più in tempi recenti come quello che fu pronunciato come ipotesi di confronto con le drammatiche evenienze sopravvenute da parte di Johnson sono state riprese dagli amplificatori del pensiero, unico ben annidati tra i portatori dell'informazione certificata, un anno dopo?

Stesso discorso con Trump.

Qualcosa significa. Ormai è evidente.

Quindi perché il 19 luglio o forse meglio il 19 agosto, ovvero un mese dopo, rappresenta una linea di confine?

È chiaro. Ma se fin'ora non ti è stato chiaro quello che accade e per cosa e come viene sfruttato, non ti sarà chiaro nemmeno quando sarà ancora più palese e conclamato. Riconoscibile. 

Per questo credo ci siano le forti accelerazioni che vediamo circolarci attorno. Martellanti. Palesemente tutte in contrasto con anche le ultime norme europee appositamente promulgate.

Forse speravano che la perfida albione cedesse sotto una qualche pressione e non ridesse vita alla sua gente?

Vabbè. Intanto siamo campioni d'Europa. Come la Grecia.