Nei fatti quello che sta accadendo in Afghanistan non è altro che un cambio della guardia.
Dopo 20 anni via gli statunitensi, arrivano i Cinesi.
Le modalità poco importano. Tutte chiacchiere quelle su diritti civili, situazione delle donne e soprattutto la nuova faccia dei talebani. Apparentemente più morbidi. Hanno solo la situazione più chiara e prossimi partner più simili.
Siamo di fronte ad un cambio della guardia riferito essenzialmente al peso attuale nella reale vita del pianeta.
Ormai è innegabile che la produzione mondiale, specialmente quella tecnologica, è quasi esclusivamente cinese.
Quindi ciò che serve ai cinesi, trovandosi in Afghanistan, viene concesso ai cinesi.
Sino ad oggi, quello che serviva agli americani, veniva preso dagli americani.
Piccola differenza, ma non troppo, è ad esempio il fatto che per il tramite della NATO, gli americani hanno portato con loro in Afghanistan altre nazioni.
Quale è stato il compenso verso le altre nazioni, come l'Italia?
Per come sono andate le cose, credo che se qualcosa ci si è ricavato, qualche amico degli amici ne ha beneficiato.
I 53 caduti che abbiamo avuto, insieme a tutto ciò che si è generato, a cosa sono serviti?
Partiti per aiutare un popolo oppresso e favorirne lo sviluppo e la crescita in una visione più moderna, in effetti per cosa si è stati lì?
È evidente che il popolo afghano è stato scambiato con altri interessi di tipo commerciale a favore di multinazionali senza scrupoli.
E il mainstream suona la sua musica.
Mancando di rispetto ai caduti e non solo.
La Cina si accomoda e la prima cosa che ha proposto come aiuto ai talebani è stata la tecnologia.
La cinesizzazione dell'Afghanistan ha inizio.
In parallelo e in continuità di quanto già in atto in occidente, sempre in ossequio agli interessi commerciali delle stesse multinazionali senza scrupoli con la complicità dei politici supini alle loro volontà.
Come ormai chiaro le persone, i popoli, sono solo uno strumento. In qualche momento anche un intralcio.