Le retorica del "dovere morale"

 


Grazie la propaganda e soprattutto alla volontà ormai diffusa del non ragionamento critico e nemmeno della semplice osservazione di ciò che accade sta prevalendo la retorica del "dovere morale".

Sempre più e sempre più insistentemente si parla di fare fare ad un singolo quello che poi rientra in un concetto di coscienza collettiva.

Solo che la coscienza collettiva, che si vorrebbe sostituisse la coscienza personale, origina da un input non chiaro e sicuramente di parte.

Il martellare della propaganda ormai incide anche nelle parole di chi rappresenta la chiesa arrivando di fatto a sostituire il concetto di "libero arbitrio" con il concetto di "amore collettivo" al servizio di un cambio imposto della vita per come la conosciamo e per come la viviamo. 

Anche lo stato per bocca non solo dei rappresentanti politici, ma del suo presidente, non lasciare passare occasione per ribadire con forza questo concetto.

In sintesi: sei parte di una comunità e la comunità vale più di te e tu devi renderti accondiscendete con quanto la comunità ti impone. Solo che la comunità, di fatto, non impone nulla. 

È chi rappresenterebbe la comunità che impone alla comunità cose che non hanno la rispondenza nei fatti con quanto si dice. 

E la comunità ubbidisce succube di una propaganda martellante.

Di contro però la stessa propaganda sostiene il principio di autodeterminazione per capricci assorti a forza al rango di diritti.

Anche questo dovrebbe fare riflettere e porre dei dubbi. Ma non è facile.

Incide la convinzione di molti che l'autoritarismo non possa palesarsi in questa era.

Paradossalmente proprio in questa era più che in quelle passate potrà e cerca di farlo.

Questo grazie alla supina complicità della scienza ormai completamente assoggettata al business ed alla notorietà degli attori ed alla tecnologia.

I mezzi sono tutti nelle mani di pochi. 

Arrivando a far pensare che segregando altri si risolvano i problemi correnti. Solo che a ben vedere li si vorrebbero risolvere, momentaneamente, oltre che con la propaganda, con la burocrazia di un attestato che è chiaro e notorio a nulla serve se non a scopi politici.

La maggior parte delle persone sono concentrate sul possedimento dei requisiti per accedere al "lasciapassare" e quindi poter avere la "libertà" di movimento, ma non collegano questo "diritto alla libertà" per via burocratica, a quanto questi diritto burocratico incida già sulle loro vite. Specialmente per il futuro. 

La retorica del dovere morale verso la comunità unitamente alla burocratizzazione dei semplici gesti della nostra vita è il prologo alla digitalizzazione completa della stessa e quindi della perdita di valore come singoli.