I corvi

Davvero possiamo pensare che quello che accade sia frutto di assoluta casualità?

Non parlo dei dettagli che noi viviamo nella quotidianità confusa in cui la nostra Nazione viene tenuta ormai costantemente da anni.

Parlo dell'impulso o meglio, della serie di impulsi che da decenni vengono inviati verso di noi.

Se ci guardiamo dietro notiamo una curva della nostra nazione che subito dopo la guerra si è portata verso l'alto contribuendo, non solo dal punto di vista economico, a far nascere il mito italiano e del “made in Italy” nel mondo del manifatturiero e non solo.

Percorso durato per decenni.

Contemporaneamente con l'adesione a vari organismi sovranazionali è iniziata una parallela inversione della tendenza, anche questa protrattasi per decenni. Sino ad oggi e non solo sul piano economico. 

Nell'arco di alcuni decenni siamo passati dall'essere un Paese invidiato ed allo stesso tempo amato da tutti, al divenire un paese, quantunque amato dai più, bistrattato in termini di reale importanza e peso politico.

Siamo divenuto una sorta di “cancro” economico dopo decenni di salutare crescita e progressione.

Inversamente, abbiamo assistito e tutt'ora assistiamo, all'affermazione di altri paesi, presupposti amici per i presunti valori condivisi che ci dicono siano posti alla base degli organismi sovranazionali a cui si appartiene.

Questi paesi, anche se non sono riusciti a sostituire integralmente ciò che eravamo, lo hanno fatto in termini economici e quindi di importanza e peso politico. Quasi come se si fossero divise le vesti dell'Italia.

Piano piano, anno per anno, mese per mese, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo, si è radicato nella mente di gran parte del Popolo italiano la convinzione di essere “parassiti”. 

Quante volte si sente dire: “ che ci vuoi fare…siamo in Italia”

Questo vittimismo misto a rassegnazione permea la nostra società da decenni e contribuisce in maniera sostanziale a ciò che accade ed a ciò che stiamo subendo come atto ancora intermedio ma sostanzialmente vicino alla realizzazione del prodotto finito: un'Italia devitalizzata e succube.

Questo grazie all'aver sfruttato e sostenuto nei fatti la confusione e l'approssimazione per cui i furbi e la corrruzione ha di fatto scalato i vertici della Nazione. 

Eppure non sempre riusciamo a leggere questo  obiettivo finale nelle vicende che accadono e che condizionano la nostra vita si singoli e di comunità.

Subiamo molte cose e altre e ne subiremo in maniera più forte ed incisiva, nell'accezione negativa,di altre nazioni che si è deciso di “ammassare” in quel presupposto superstato che dovrebbe essere l'EU.

Un superstato a sua volta assoggettato, all'interno di esso, a parti dello stesso, alcuni paesi nord europei, Germania in testa, e succube all'esterno della Cina e del nuovo ordine che si vorrebbe dare al mondo con tutto ciò che ne consegue sotto l'aspetto delle libertà individuali e diritti.

In sintesi: la Germania e pochi altri, detentori della capacità di proporre prodotti e know-how di conoscenza e ricerca con capacità produttiva per tecnologia e prodotti di alto profilo, la Cina per produzioni al servizio di quelle tedesche e dei prodotti *di massa", sempre sotto la guida commerciale tedesca per quanto all'Europa.

Gli altri stati della UE ridotti come meri acquirenti con capacità produttive e gestionali ridotte quasi a zero.

Basta solo confrontare gli squilibri tra i vari componenti la UE, le azioni discordanti e discriminanti messe in atto nella UE, la possibilità ad esempio di aree a cui viene permesso di detenere e proporre strumenti fiscali che nei fatti contribuiscono a svuotare stati, come l'Italia, della residua capacità produttiva. Tutti gli obiettivi dichiarati oltre 70 anni fa sono stati mancati e disattesi.

Già solo osservare la silenziosa reazione della UE alle azioni messe in campo in Italia nelle ultime vicende a partire dal marzo scorso.

Sino ad un certo punto la sovrapposizione delle azioni messe in atto per le medesime questioni, ha mascherato tutto ciò. Salvo poi, specialmente con le ultimissime decisioni o prospettive di azioni di governo, nettamente in contrasto con quanto invece sancito dalla UE per i paesi aderenti.

Cade nei fatti il dogma del “ce lo chiede l'Europa”.

Ma l'Europa, quella struttura sovranazionale che tende a renderci l'arte del superstato, su questi omertosi silenzi basa il suo risultato.

L'Italia deve essere devitalizzata. Sin nel profondo. Nella cultura oltre che nell'economia.

Ci hanno sempre detto che alcune cose “in Italia non possono accadere perché c'è il Vaticano”.

Oggi, che siamo in una fase determinante della modifica profonda del nostro essere, proprio la presenza del Vaticano appare attirare la pressione e l'incidenza dell'azione in atto in tutto il mondo, anche se in modalità diverse. 

L'Italia culla di molto, dovrà divenire cimitero del pensiero. Terra di menti aride a cui togliere le radici storiche e quindi la possibilità di essere memoria di quanto riguarda filosofia, diritto e cultura cattolica che sono alla base del mondo che vogliono farci abbandonare e dimenticare.

I corvi assistono da lontano all'azione dei loro sodali.