È ora. Non possiamo più aspettare.


Introduzione *:

Nelle rivoluzioni, dalla più semplice "jacquerie" popolare (da Jacques, il nome tipico del contadino francese) alle rivoluzioni russa e francese, si possono individuare quattro fasi:

1)Quella ideativa o comunque relativa alla diffusione di un programma di massima dopo enunciati.

2)La fase violenta dello scoppio del tumulto popolare. Si pensi alla presa della Bastiglia o all'assalto del Palazzo d'Inverno. A questo evento fanno seguito, in genere, diversi altri.

3) La fase che potremmo definire "destitutiva". Tutti, o quasi, i rappresentanti dell'Ancien Regime vengono destituiti, esiliati e addirittura uccisi.

4) La fase costitutiva, con cui la Rivoluzione crea e stabilisce nuovi assetti politici completa il ciclo.

(* Testo introduttivo redatto dall'amico Marco Perletta, uomo appassionato di storia e non solo. Grazie Marco per il contributo non solo di oggi.)

È ora. Non possiamo più aspettare.

Non ho particolari attitudini storiografiche però ho dei ricordi scolastici che mi fanno pensare ad una ripetitività della storia.

Spesso diciamo che la “ruota gira”, e la storia, come una ruota, gira e rigira sempre, anche se non sempre davanti agli stessi occhi per cui sfugge ai più nella sua ripetitività.

La sua ripetitività la troviamo, anche se con motivi e modi diversi, dettati da fattori variabili quali ad esempio lo sviluppo tecnico e tecnologico, nel confronto delle causalità degli avvenimenti stessi.

Ad un certo punto si ripete sempre lo stesso motivo di frattura tra gli uomini: la volontà di superare l'altro.

Ad analizzare in maniera semplice, lo strumento principale sino a non molto tempo fa, ma in alcuni punti del pianeta ancora oggi, è stato ed è la guerra e quindi le armi e gli uomini mandati al fronte anche con  motivazioni  apparentemente e dichiaratamente diverse ma che nei fatti riconducono sempre ad una visione predatoria del rapporto economico tra le varie componenti del genere umano ed i luoghi in cui si sviluppa e vive.

In questo tempo ed in questo spazio però la predominanza è tecnologica e quindi molto più subdola e impalpabile e quindi pericolosa e foriera di maggiori manipolazioni di persone e fatti.  Questo perché il suo cuore, la vera sostanza, è nei fatti in mano a pochi. 

Molti tendono ad assecondare la pressione che viene loro posta e questo porta nel tempo a quella che poi viene studiata nei libri come la vera rivoluzione, ovvero la fase 2 descritta nell'introduzione e via dicendo sino alle successive.

L'augurio sincero è che non si arrivi a questo.

Ritengo sia necessario ed urgente gente che si instauri la fase 1, quella ideativa, ovvero quella in cui le persone e soprattutto le personalità che hanno coscienza della realtà che ci avvolge e che hanno compreso la.strara da intraprendere, si uniscano e creino i presupposti per una proposta su cui fondare una necessaria fase di ricerca della soluzione democratica portandola all'interno delle istituzioni.

La realtà sta dimostrando che il progresso  tecnico e tecnologico sin ora raggiunti sono disponibilità di molto superiori a quelle che sino ad oggi si sono usate per tentare la coercizione della popoli da parte di una minoranza dominante.

È auspicabile che vi sia una più profonda ricerca della soluzione politica e quindi sociale.

La fase ideativa e l'auspicata sua realizzazione ed evoluzione in una proposta che veramente possa portare ad una soluzione non violenta e quindi sfociare nella fase 2 e successive, non potrà vedere come partecipanti in questi campo gli attuali occupanti di ruoli e luoghi deputati allo svolgimento delle attività politiche democratiche. I componenti degli attuali partiti, nessuno escluso, sono la rappresentazione del potere esercitato con ogni mezzo e ad ogni costo…. whatever it takes.

Sono, tutti e nessuno escluso, coloro che stanno dall'altra parte e che sarebbe auspicabile mettessero fine a ciò che stanno permettendo e si rendessero consci della realtà in cui stanno spingendo non solo il Paese, ma il mondo intero.

Non dimentichiamo però il ruolo di ieri, oggi e di domani di coloro che spingono altri uomini a realizzare le loro idee senza però assumersene le dirette responsabilità nascondendosi dietro fondi di investimento e dettando linee guida in nome del mercato.

Ovvero in nome di un falso benessere ma per accrescere la propria bramosia di potere e presupposta onniscienza che li porta ad agire come novelli dei in spregio all'uomo ed alla sua natura e ragion d'essere.