Chiamateci NoBank


 

La crisi morde. Morde forte.

Si perdono posti di lavoro e si perdono partite Iva.

Il tessuto economico italiano è devastato soprattutto per le scelte governative che guarda caso rispondono alla distruzione creativa auspicata da Draghi qualche mese fa, prima che lo stesso venisse incoronato presidente del consiglio. O meglio ancora viceré.

Da tempo assistiamo anche ad una sorta di corteggiamento alla ricchezza degli italiani.

Da tempo, non da oggi, sentiamo parlare dei nostri risparmi come in possibile sostegno alla ripresa.

Cosa significa questo? Cosa possiamo aspettarci per il futuro?

Intanto il nostro reddito è messo a dura prova sia per la possibilità di conservarlo, sia per la riduzione indotta, nei fatti, dall'inflazione che ne riduce pesantemente il potere di acquisto in ogni campo.

Per questa fiammata, che già ci dicono durerà nel tempo, e quindi non è e non sarà una fiammata, ma una condizione negativa strutturale, dobbiamo ringraziare principalmente la transizione ecologica a cui ci stanno obbligando in maniera repentina e senza possibilità di difendersi. Potrebbe essere definita più come una transizione ideologica proprio per il modo e i tempi imposti e per i danni che sta facendo e farà.

Mettiamoci ora anche l'impossibilità per una buona parte degli italiani in età produttiva di accedere ai servizi bancari per addotti motivi di sicurezza sanitaria e il quadro si incupisce sempre più.

Da un lato si erode il tuo potere di acquisto se non addirittura lo si azzera e ti rende povero dalla sera alla mattina, e dall'altro ti impedisce, se non si assolve ai dettami neoliberisti in formazione, a non accedere ai servizi bancari ed assimilabili e quindi di fatto ti sequestra i tuoi soldi.

È pur vero che le banche nei fatti quando ti finanziano non attingono ai fondi in deposito, ma creano dal nulla e a tuo debito la moneta necessaria a soddisfare la tua richiesta e tra l'altro in pratica ti vendono un saldo virtuale a cui rispondi con un debito garantito da ipoteca reale.

Però, il sistema bancario può essere messo in difficoltà se almeno tutti coloro a cui di fatto è stato sequestrato il conto corrente ed impedita l'operatività se non ricorrendo a stratagemmi o peggio ancora capitolando e retrocedendo nei propri ideali, si rendessero attivi nel ritirare i propri fondi e rendendoli indisponibili al sistema bancario.

Sì, ritirare i soldi in contanti e il prima possibile.

Se non incide sulle riserve bancarie obbligatorie, inciderà sicuramente sulla quantità di moneta cartacea circolante.

In questo modo si altererebbero alcuni parametri e la BCE, e quindi l'intero sistema bancario,sarebbe costretto a stampare ulteriore moneta creando problemi al dichiarato ed evidente intento di limitate la circolazione di moneta cartacea a beneficio della moneta elettronica.

Questa azione, il ritiro repentino di contanti, alla luce delle disponibilità medie italiane in relazione al numero degli impediti di fatto ad utilizzare i propri denari, corrisponderebbe a svariati miliardi di euro che sparirebbero dal sistema bancario.

A ben pensarci la botta sarebbe una bella botta.

Sarebbe ora che dopo essere stati etichettati e derisi come nomask, novax e tutte le possibili infami denominazioni, ci scegliessimo un titolo che sarebbe quasi onorifico: quello di NoBank.