La fiducia

L'ennesima azione per seminare discordia tra il popolo in maniera da rendere le persone sempre più isolate dagli altri e diffidenti è la questione di fiducia sollevata nei confronti dei medici che hanno deciso di non ricevere l'infusione miracolosa.

Non solo negli scambi di opinioni tra le persone, ma a ben vedere e sentire, questa ulteriore forma di sollecitazione alla discordia è ormai un refrain fisso nel mainstream che la propone in maniera subdola.

L'accostamento tra la fiducia e il fatto di avere accettato i meno il trattamento non ha assolutamente ragione d'essere se non in veste negativa e per fuorviare nuovamente l'opinione pubblica per dirigerla verso l'ennesima etichetta da apporre sul personale sanitario resistente.

L'assioma basato sul fatto che se si è ritenuto di non essere irrorati dal fluido salvifico non si è un professionista affidabile ha le radici solo nella volontà negativa di voler instillare nelle persone sentimenti negativi e divisivi facendo leva sulle paure delle persone.

Questa volontà di voler dividere ancora di più le persone e renderle piene di pregiudizi è ancora più evidente e chiara alla luce della non considerazione specialmente delle ultime evenienze in tema proprio dei liquidi ritenuti salvifici e coloro che continuano a sostenere tale tesi a che contro le evidenze e a discapito delle più semplici metodologie di ricerca, verifica e discussione alla base dello sviluppo scientifico e non delle tesi dei talebani della scienzah che tanta considerazione hanno ricevuto dal mainstream in senso unidirezionale e soprattutto escludente per chi aveva opinioni, poi dimostratesi più attinenti alla vera realtà.

E quello che viene dipinto come il rientro in servizio dei sanitari sospesi, ma senza un mea culpa, è un altro tassello nella direzione negativa e divisiva a prescindere voluta dalla politica istituzionale intera.