Il teatro continuo

 

IL TEATRO CONTINUO

Da tempo sono oggetto di rimproveri e qualche epiteto e consigli da parte di alcuni contatti su questo profilo e sulla mia pagina perché mi permetterei, secondo costoro, di criticare la #Meloni ed il suo governo in merito alle azioni che vengono poste in essere.

A dire il vero ho avuto la sensazione netta del gioco delle parti già dal primo governo #Conte. Figuriamoci poi quando sotto #Draghi, sotto nel vero senso del termine, ha dato inizio al suo asseveramento agli occhi del "mercato" votando l'invio di armi in #Ucraina.

Lo ripeto: il tutto, compreso le elezioni fulmine a settembre, sono frutto della necessità di dare una copertura di consenso popolare a ciò che si è preparato e sta avvenendo ed avverrà.

Mi dicono:" dopo due mesi e dopo chi l'ha preceduta cosa dovrebbe fare?"

Già non aver dichiarato per poi mettere in atto la famigerata ed invisibile "agenda Draghi" porrebbe a favore. Invece non si è perso tempo, già in campagna elettorale, a rassicurare i padroni del vapore.

Le azioni di apparentemente di smontaggio delle ristrettezze e dei vincoli precedentemente addossati agli italiani con la scusa della "tua ed altrui sicurezza", nei fatti sono solo congelate e ben pronte all'uso. Così come il cosiddetto "decreto Rave" in cui di Rave specificatamente non si parla.

Continua invece la conferma della rispondenza dell'Italia ai desiderati euroatlantici e davossiani.

La firma del protocollo di Bali al G20 conferma la linea globalista e sanitaria del nostro futuro prossimo con la cessione definitiva ad organi sovrannazionali della cera gestione della nostra vita sotto l'egida di società private e mi ultimazionali.

Altro che le chiacchiere che ci raccontano qui.

Mi dispiace che vi siano persone che non riescono a distogliere il loro sguardo dal velo ideologico con cui continuano a coprire il tutto rispolverando i vari cavalli di battaglia ora del cdx ora del csx per fare un minimo di cagnara con l'obiettivo di distrarci.

Non c'è un prima e dopo riferito a ciò che stiamo vivendo. È tutto un divenire conseguente e gli attori che lo rappresentano, i politici ed il mainstream, hanno scelto dove stare.

Non certo con noi e per noi.