Tributi e tasse strumento coloniale

Quante volte abbiamo sentito, sentiamo e sentiremo che "le tasse servono per finanziare i servizi che ricevi e la spesa pubblica in generale"?

Non è possibile numerarlo. Nemmeno per approssimazione.

Siamo stati convinti a forza di ciò.
C'è chi ne fa una questione di principio indiscutibile.

Non travisate. Le tasse, o meglio, i tributi, vanno pagati ma non possiamo non conoscere alcune cose.

Quello che scriverò si riferisce alla situazione di un paese a moneta sovrana e non ad un paese come l'Italia attuale, che acquista valuta da un privato che la produce praticamente dal nulla ma che vuole in ogni caso essere pagato e con interessi rendendo il debito pubblico italiano in vero debito da ripagare.

La moneta ha la funzione primaria di rendere necessario il suo utilizzo per permettere ai cittadini di un dato stato di pagare i tributi e per questo passaggio la stessa moneta diviene legalmente la moneta di interscambio nazionale riconosciuta e quindi ha corso legale.

Infatti, se volessimo pagare le tasse e o tributi con altra valuta, non ci è possibile, dobbiamo cambiarla nella valuta appunto a corso legale.
Sempre in uno stato a moneta sovrana, per l'erogazione di servizi e tutto ciò che rappresenta la spesa pubblica, non è assolutamente necessario riscuotere tributi.

Per il mezzo della produzione di valuta da parte dell'unico elemento che può produrla, lo stato appunto, tale produzione non ha fine e quindi ogni impegno finanziario può essere ripagato emettendo moneta.

L'imposizione di tributi per mezzo del quale si "riconosce" la validità di una moneta ha altri obiettivi, sempre in un paese a moneta sovrana.

La moneta straniera ha anche un risvolto di sottomissione se non coloniale. La moneta è anche potere.

Purtroppo noi italiani, non essendo un paese a moneta sovrana, la acquistiamo e addirittura ci siamo anche autoimposti che da chi la acquistiamo possiamo ricevere delle condizioni che se non rispettiamo non ci faranno accedere ai finanziamenti ed alla possibilità di spesa pubblica.

Questo già dovrebbe fare riflettere molti che si ostinano a non voler approfondire questo passaggio semplice ma fondamentale per comprendere la situazione in cui ci siamo cacciati.

Questo non vuol dire che uno stato a moneta sovrana può emettere soldi a piacimento come coriandoli. Vi sono delle condizioni e dei parametri, che però in gran parte detta lo stato emittente stesso. Informatevi ad esempio sul Giappone. Sul Giappone torneremo in altra occasione.

Ma da queste considerazioni mi sorge una domanda che mi tormenta da tempo e alla quale ho già dato risposta: ma se le tasse finanziano la spesa pubblica in maniera esclusiva, cosa purtroppo vera per la nostra situazione attuale, perché lo stato stesso ha spostato le sue aziende più grandi ENI ed ENEL, e altre ancora, in Olanda?

Perché li la tassazione degli utili è molto inferiore di quella italiana e quindi gli azionisti hanno più soldi da dividersi.

Capito?

Poi sono decine le aziende italiane i cui "capi" ci massaggiano le gonadi per convincerci che dobbiamo, giustamente, pagare tributi e tasse, ma loro stanno in paradiso, quello fiscale.

La risposta che mi sono dato?

Le tasse ed i tributi non basteranno mai per come ci hanno imbrigliato e convinti sulla funzione del debito pubblico, sempre riferitevi al Giappone, e l'unico modo possibile è uscire il prima possibile da questa gabbia della UE.

Ricordatelo anche quando vi parleranno di "flat tax" e poi dovranno "trovare coperture" togliendo servizi. 

Anche questo, per come è consegnato, è un modo per svuotare le casse italiane. E tenerci sotto scacco.