In questi giorni è una frase ricorrente.
Ma nei fatti davvero questi soldi, miliardi, "bruciano"?
Ma neanche per sogno. Quelli che "bruciano" sono i sogni di molti piccoli risparmiatori e altrettanti soldi pubblici tolti dal sociale, sanità, e chissà cos'altro e gettati nelle bocche fameliche di banche che "non debbono fallire".
Ma possono essere lo strumento di pochi, i soliti, nel "ripulire" molti.
In questo c'è anche il "contributo" degli arbitri, i vari istituti che certificherebbero la qualità della banca, le agenzie di rating, tipo Moody', e spesso anche gli organi di vigilanza.
Quando l'offerta batte la domanda il presso scende. Così come il contrario.
Questo è determinato proprio anche da ciò che dicono le agenzie di rating.
Durante un crollo di borsa non ci sono miliardi che si bruciano. Semplicemente ci sono tantissimi investitori che vendono e pochi investitori che comprano.
Qualcuno comincia a vendere e subito il mercato reagisce spaventato e i più iniziano a vendere.
Stranamente chi poi acquista sempre più, mentre i prezzi scendono, sono spesso, anzi, sempre, gli stessi che hanno dato il via alle vendite innescando la valanga e traendone profitti immani subito riutilizzati per impossessarsi della liquidità altrui e lasciando la banca di turno come un sacco vuoto che lo stato riempirà di nuovo.
E poi si riparte. Altro giro altro gioco con incetta di "soldi freschi"da parte dei soliti noti.
La "tempesta finanziaria" non è altro che il fare cassa, quella vera, dei soliti noti.
Quindi nulla brucia. Siamo solo sempre più poveri.