C'era una volta una destra

Ho sempre votato a destra e ho sempre avuto il cuore e l'intelletto rivolto in quella direzione.

Certamente non ho mai accettato e condiviso quella che io definisco "la destra folcloristica", quella dei busti sul comodino e dei saluti romani ostentati.

Che poi è quella che tanto piace al mainstream e che oggi come prima e come sempre viene messa in risalto davanti agli occhi degli italiani per non far comprendere sino in fondo le vere dinamiche politiche che incombono su di noi.

"Yankee go home"

Era uno dei concetti espressi dalla destra che mi ha sempre attratto.

"Yankee go home".

Lo ripetevano molti dei personaggi "di destra" che popolavano, popolano e popoleranno a lungo lo scenario politico italiano.

"Yankee go home".

Risuonava e risuona in tutto il mondo e viene ripetuto da chi comprende che questa presenza imperialista affligge e corrode ovunque si annidi.

"Yankee go home".

Lo diceva la Meloni con Salvini e non solo loro sino a non molto tempo fa.

"Yankee go home".

Era ed è una richiesta di libertà, anche condizionata da dinamiche geopolitiche ed economiche, ma che avessero almeno un minimo di contraddittorio e soprattutto di possibilità di movimento per un governo.

"Yankee go home".

Risuonava in tutta Italia pronunciato dalla bocca degli iscritti ai vari partiti di destra. Quelli in cui appena ti avvicinavi scattava la trafila dalla affissione del manifesto, al volantinaggio, della militanza insomma.

"Yankee go home".

Accomunava una "comunità" appunto come ci si definiva.

"Yankee go home".

A tutti i livelli e con il solo obiettivo: reclamare la sovranità dell'Italia.

"Yankee go home".

A loro modo hanno detto Mattei, Moro e Craxi.

Poi si è profilata la possibilità di poter dare sfogo alla fame di governo.

E man mano, lentamente ma inesorabilmente, quel "Yankee go home", sinonimo di libertà per l'Italia ed il suo popolo per decidere il proprio destino, si è spento e perso nell'oblio.

Oggi Ancor di più. Si profila addirittura una UE a guida della destra e quindi, come avvenuto prima del 25 settembre 2022, è lunga la fila per farsi definire "graditi" da quegli stessi Yankee che prima si voleva fare tornare a casa loro e a cui oggi si è data la chiave della nostra casa definitivamente.

Le supine accettazioni delle imposizioni che arrivano dalla UE e dalla NATO, che altro non è se non il vestito buono degli USA, ne sono la prova.

Mi stupisce l'accondiscendenza muta di tutti quei militanti che oggi ricoprono incarichi politici a tutti i livelli e che continuano ad alimentare la sola "destra folcloristica" al solo scopo di distrarre e rinfocolare i propri tifosi e non fare comprendere loro il fatto di essere speculari e contigui alla versione politico con cui condividono obbedienza e testa china nei confronti dei desiderata Yankee.

Cosa non si fa per un piatto di acqua di sciacquatura di lenticchie.

Come un "sinistro" qualsiasi.

"Yankee go home" si gridava.

"Home of Yankee" è la realtà ed è affisso alla nostra porta che costoro hanno definitivamente spalancato.

Oggi poi ancora di più.