Chi di qua chi di là ma la gabbia è unica

Questo concetto espresso dall'amico Marco Perletta mi ha dato lo spunto per chiarire a me stesso un pensiero che ho da tempo:

"Gli Antichi sapevano benissimo che il passato e il futuro sono semplicemente delle direzioni e che ogni realtà ha sempre due volti.
Noi insistiamo sulla nostra posizione mentale ed ecco l'assurdo conflitto tra "negazionisti" e "scientifici" senza alcuna considerazione delle verità presenti in ogni tesi."

Per quanto al mio pensiero, è riferito al contrasto sempre più forte fra le persone in merito alle imposizioni sanitarie ricevute con la resa obbligatoria di fatto dell'inoculazione con l'obbligo della stessa per lavorare.

Questo fatto, per come è stato ed è vissuto dai più, rende chiaro e più facile il percorso di chi lo ha sfruttato e continua a farlo a suo piacimento dopo averne creato i presupposti.

Su questa questione, così come per altre ad esse legate per la motivazione scatenante, non riesco a capire ancora ad oggi la forte crepa sociale che aumenta sempre più anche se apparentemente invisibile.

Questa questione continua a dividere le strade tra chi ha avuto modo o ha ritenuto sufficiente non aderire e chi seppur ha aderito oggi si è reso conto di non aver bene riflettuto.

I primi, gli autodefinitisi "puri" non riflettono sul fatto che le proprie posizioni spesso anche offensive nei confronti di chi non ha declinato sono quasi infantili e soprattutto poco scaltre proprio in relazione a ciò che si sta per avvicinare in termini di "rinforzo" delle limitazioni e soprattutto obblighi, dimenticando  la necessità di creare una vera e propria massa critica su denominatori comuni, che ci sono abbondantemente.

I secondi, quelli che non hanno ben valutato e quindi si sono fidati, trovano una sorta di muro e questo rende più facile il non manifestare chiaramente il proprio "ravvedimento" dato all'esperienza diretta o indiretta vissuta e soprattutto dalla comprensione postuma della realtà vera e non solo narrata.

Poi ci sono tante e numerose fasi intermedie di contatto tra le due masse non indifferenti di persone.

Ma l'alto muro invisibile che divide la maggior parte di loro appare insormontabile.

Riflettendoci sembra alquanto impossibile non considerare lo sviluppo e il procedere degli eventi che nella improvvisa onda emozionale che ci ha travolto tutti si è dipanata e quindi avendo diverse modalità di comprensione da persona a persona.

Ma ad oggi mi fa mal pensare l'atteggiamento sia degli uni che degli altri a cui va aggiunto quello dei molti di più che pensano di averla sfangata.

Il prossimo passaggio sarà ancora più duro e pesante per tutti noi perché batterà, volutamente, su ferite come questa, apparentemente diverse ma inferte per lo stesso motivo: far nascere il nuovo uomo da ingabbiare nel nuovo mondo, ancora più simile ad uno zoo, che "loro", gli invisibili e ignoti autoproclamatisi novelli dei hanno in serbo per il "nostro bene".

L'augurio è che si arrivi a comprendere ciò e a buttare alle ortiche sfottò e atteggiamenti poco maturi e soprattutto poco produttivi dal punto di vista della comprensione della radice del problema che portano i più a continuare sulla strada del confrontarsi sugli effetti che a discapito della comprensione sono tanti e in tanti campi della nostra vita personale e dell'intera società.

All'amico Marco ho rubato anche l'immagine che simboleggia perfettamente il guardare ognuno in una direzione dettata non da una effettiva valutazione d'insieme dopo riflessione, ma dal basarsi sulle sole personali vicende.