Il motore del duemila

La UE ha deciso per l'automobile elettrica come unica soluzione per la lotta ideologica al cambiamento climatico.

Questa scelta sta generando a cascata tutta una serie di questioni che si concatenano tra di loro e mettono in luce per quanto alla prospettiva di mobilità e non solo un futuro non molto roseo per l'italiano medio.

Nel discorso mobilità, e non solo, ma in tutto ciò che comporterà questa scelta verso l'elettrico evidentemente affrettata e poco ben ponderata che appare più dettata da altre esigenze, non certo ambientali, anche se legata al "grano", non possiamo non tener conto della drastica riduzione del potere di acquisto imposta agli italiani con evidenti trucchi e sotterfugi a cui non possiamo opporci perchè resi ormai schiavi del mercato in accezione neoliberista con tutto ciò che ne consegue e soprattutto con la assoluta impossibilità per lo stato, anzi, uno Stato serio, di determinare le dinamiche sul proprio territorio e per i propri cittadini.

Oltre ai dati del calo delle immatricolazioni, fa pensare il miglioramento dei ricavi nel lusso, e quindi coniugando i due dati, porta ad una sola conclusione: l'auto elettrica è una questione per i ricchi. [1]

Del resto lo dichiarano tranquillamente sia l'ACEA, ovvero l'Associazione dei Costruttori Europei, che i vertici delle maggiori case automobilistiche mondiali. Forse si sono resi conto della "trappola" in cui anche loro sono finiti. Mentre la Cina ride.

Per l'ACEA intanto quella dell'obbligo di fatto imposto in Europa dall'Unione Europea, oltre ad essere un "viaggio verso l'ignoto ad occhi chiusi" la realtà che si fa finta di non vedere è quella che i costi alti per acquistare un veicolo elettrico, porterà molte persone in molte nazioni aderenti alla gabbia UE a non potersi permettere di acquistare un tale mezzo per la propria mobilità. [2]

Del resto perplessità sono state espresse dal numero uno di Toyota che oltre a rimarcare i costi per l'acquisto sottolinea: "credo che dobbiamo essere realistici su quando la società sarà in grado di adottare completamente i veicoli elettrici a batteria e quando la nostra struttura potrà supportarli su larga scala". Soffermandosi anche sulla questione idrogeno, poco sostenuta dalla UE, e sulle emissioni riferite al processo di produzione, comprese le estrazioni di materie prime, sino allo smaltimento. [3]

Non meno critico anche il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, che senza mezzi termini dichiara che senza domanda non c'è mercato. Tavares, oltre a parlare degli incentivi, ma sappiamo poi cosa significano nei fatti e alle condizioni economiche a cui gli italiani sono stati forzosamente condotti, si sofferma sul costo dell'energia elettrica. Aggiungendo che anche se le quote di elettrico sono in crescita, non si stanno rispettando le previsioni, mettendo sullo sfondo il "pericolo cinese". [4]

Non si risparmia nemmeno Luca de Meo, CEO del gruppo Renault: "L'auto elettrica è una rivoluzione per ricchi: la mobilità privata per come l'abbiamo conosciuta non esisterà più", aggiungendo: "i ricchi si compreranno l'elettrico e tutti gli altri si terranno le macchine usate fino a quando la politica glielo permetterà".[5]

Tutte queste dichiarazioni, e non solo queste, stanno contribuendo a dipingere un quadro che si va realizzando giorno dopo giorno sotto le imposizioni della Commissione Europea agli stati, consenzienti come l'Italia, assolutamente negativo per un futuro nemmeno tanto lontano.

Non dimentichiamo che siamo stati scaraventati, in EU e peggio ancora in Italia, in un regime di obbligo che già sta di fatto materializzandosi con divieti e limitazioni anche importanti alla mobilità privata.

In tutto questo dobbiamo anche tener conto della ormai "ben avviata" deindustrializzazione dell'Italia che insieme alla "distruzione creativa" draghiana sta rendendo sempre più difficile lavorare e soprattutto per i pochi che lavorano, con stipendi da fame.

Quindi è lecito porsi almeno una domanda: ma non è che davvero ci vogliono porre in una sorta di chiusura permanente? Chiusura dettata dalla reale impossibilità a potersi muovere creata ad hoc.

E se sì, perchè?

 
 

[3] https://www.notizieauto.it/il-numero-uno-di-toyota-spiega-perche-non-vuole-puntare-tutto-sullelettrico
 
 
[5] https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/08/04/luca_de_meo_l_auto_elettrica_e_una_rivoluzione_per_ricchi.html