Tempi moderni

"Nulla sarà come prima".

Non capivamo come sarebbe potuto essere anche se ce lo dicevano a reti unificate e in coro.

Non potevamo comprenderlo anche per la brevità degli eventi in relazione a quella che in realtà sarebbe dovuta essere una considerazione da farsi alla fine degli eventi e non agli inizi.

Eppure non capivamo.

Quello che abbiamo subito e vissuto in questo ultimo tre anni e mezzo, quindi quasi quattro, non poteva e non è stato altro che il momento finale di un qualcosa iniziato molto prima.

Ricordate le soluzioni già pronte, molte ignobili,  con cui siamo stati rieducati o riprogrammati?

Si, siamo stati rieducati e riprogrammati tutti. Nessuno escluso. 

Beh, anche questa rieducazione e riprogrammazione palese e comprensibile sono stati un ulteriore ultimo tratto di un qualcosa che origina molto più in là nel tempo di quanto possiamo immaginare.

L'origine di tutto ciò? Il momento in cui l'uomo ha compreso che poteva, e doveva, sopraffare gli altri per poter trarre un vero ed unico vantaggio personale o da condividere con pochi accondiscendenti 

Lì, la maggior parte degli esseri umani, hanno assunto la patente di inutili da sottomettere e guidare.

Lì, in quel momento, si è iniziato a lavorare, naturalmente con gli strumenti e le conoscenze del momento, per arrivare ai giorni nostri.

E non finirà qui e cosi. Statene certi.

Nelle varie fasi in cui l'uomo si è trovato di fronte a quelle che sono state definite "rivoluzioni industriali", non ci si è trovato per caso.

In quei momenti, come oggi, il problema principale non era e non è quello di adattare le scoperte ed il conseguente sviluppo tecnico e tecnologico all'uomo, ma giusto l'inverso: l'uomo deve rimodularsi e riprogrammarsi per essere utile al mondo del lavoro. Oggi mercato del lavoro.

Questa esigenza di pochi che sono i veri possessori di quello che prima era un mondo del lavoro e oggi riduttivamente mercato del lavoro, quando diviene palese alla massa, "forza lavoro" indistinta e resiliente, è già ad un punto avanzato della sua soddisfazione.

Quindi chi si adatta è bene, altrimenti...ciccia. 

Per attivare al soddisfacimento dell'esigenza di soddisfare la rivoluzione 4.0 si è dovuto fare qualcosa che in precedenza non si era reso necessario, almeno a questi livelli.

Far regredire l'uomo rendendolo succube della tecnologia sino a rendere i suoi pensieri e quindi le sue azioni non solo pilotabili, ma preventivabili se non semplici esecuzioni di input.

La regressione è stata cosa abbastanza facile specialmente perché inserita in un contesto fuorviante e felpato di crescenti spinte verso la cosiddetta inclusione e la sempre maggiore crescita di attenzioni verso i cosiddetti diritti che poi in pratica non sono altro che capricci.

Il tutto presentato in un incarto di presunta modernità infarcita di una presupposta uguaglianza.

Invece il tutto genera da un preciso sentimento  di disprezzo verso l'uomo e la sua possibile libertà.

E questo disprezzo è reso ancora più pervicace proprio dalla cieca accondiscendenza dell'uomo che pensa più alla pancia e alle sue soddisfazioni riconducibili a zone di conforto personale presunto ma che in effetti sono le sue debolezze e i pilastri su cui poggia la gabbia dentro cui crede di pascolare libero e autonomo.

Pascolando in questa gabbia apparentemente sicura e protettiva, l'uomo non si rende ancora meno conto di essere rinchiuso figuriamoci se si rende conto del perché.

Proprio come bestiame siamo ancora più dentro a questa gabbia e coloro che l'hanno eretta nell'arco della storia dell'umanità stanno per arrivare all'apice della possibilità attuale: una monarchia mondiale invisibile.

Questa monarchia mondiale invisibile è ammantata di tutte le particolari opzioni che in tempo non sospetti e grazie ad un lavorio ininterrotto si è riusciti a ficcare nella testa dell'uomo e quindi al momento opportuno è bastato travestirsi da ciò che ti hanno insegnato che vada ricercato: la pace che pace non è corredata dal soddisfacimento di tutti i capricci umani possibili ed immaginabili.

Un nome che potrebbe racchiuderli tutti questi capricci? Sicuramente: inclusione.

Non esistono vincitori se non coloro che comandano il vapore. Perché? Perché anche chi comprende e si pone in antitesi a tutto ciò, appunto per il fatto che comprende e quindi adotta delle contromisure, ne soffre e vive male.

Non neghiamocelo. Non mentiamo a noi stessi.

"Nulla sarà come prima" era una frase che in molti hanno preso con speranza. Mentre era ed è una chiara minaccia. Un'esortazione a lasciarsi andare nella marea indistinta dell'umanità svuotata e resa ciò che la gran parte di essa vuole essere: bestiame di proprietà all'ingrasso.