Inquietudine

L'inquietudine che pervade quelli come me non ha un legame con ciò che possediamo o con ciò che vorremmo e tantomeno con il fatto di essere compresi o meno.

È legata alla consapevolezza ed alla realtà che ci circonda.

Scaturisce dalla consapevolezza del vuoto che ci circonda e che permea le vite altrui risucchiandole in una spirale inarrestabile di conformismo ed omologazione acritica e impostata alla semplice soddisfazione di bisogno primari ed indotti dall'apparire come gli altri ci vorrebbero.

L'omologazione a cui tendono in molti ha risvolti negativi su di noi e questo ci porta ad isolarci e a ritrarci il più delle volte.

Salvo riconoscerci e darci reciproco conforto. Senza fronzoli e senza affettate smancerie.

L'omologazione di cui parlo è quella fatta dai luoghi comuni e dalla non comprensione della realtà che ci circonda che è possibile solo se si applica alla realtà stessa un criterio di analisi dubitativa.

Non si pretende che dopo un'analisi si arrivi alle nostre medesime conclusioni.

Ci si aspetta che si abbia la capacità e ancor più la volontà, vero discrimine, di guardare e ragionare criticamente e cercando di andare oltre ponendosi dei semplici "perché".

A quelli come me, inquieti quantunque soddisfatti per il proprio, appare più omologato proprio colui o coloro che con la scusa dei perché partono per altri lidi e tangenti arrivando a sfornare teorie e soluzioni New Age se non para-religiose al pari se non peggio di coloro a cui si pongono in antitesi.

Non è semplice spiegare in maniera pienamente comprensibile le nostre inquietudini e le loro origini.

Una cosa conosciamo bene, la soluzione al ribrezzo per questo vuoto che ci circonda è e può essere una sola: rafforzare le nostre radici per rendere la nostra scorza più dura e spessa.

C'è grande confusione. E questo ci fa male. Molto male. Ma siamo ben saldi e ancorati
.