Paraocchi

Personalmente credo che non abbia nessuna rilevanza in termini di chissà quale "consapevolezza" o meglio riflessione che dovrebbe derivare dal fatto che Djokovic, non sierato, continui a vincere come ha del resto sempre fatto.

L'opinione pubblica, intesa come coloro che dovrebbero essere stimolati da questi fatti,  non la sta minimamente scalfendo nemmeno la sequela di morti, specialmente di giovani e giovanissimi , e tantomeno lo stop imposto ad un numero altissimo di atleti professionisti.

Il paraocchi e la limitata comprensione ed il non collegamento dei fatti, grazie alla martellante azione del mainstream imbullonata  su una struttura creata nel tempo di attenzione a tempo e limitata alla sollecitazione, è frutto di un lavoro meticoloso e costante portato avanti senza la benché minima disattenzione o leggerezza.

E darà ancor meglio o suoi frutti man mano che non ci saranno più persone che hanno vissuto in un mondo di cui vogliono cancellare del tutto il ricordo per crearne uno "nuovo" ma ancora più vecchio per quanto al rapporto tra ceti sociali, come si chiamavano una volta.

Di tempo ne hanno a disposizione e proprio ciò che apparentemente combattono, la natura intesa come ciclo vitale di ognuno di noi, li aiuterà in questo.

Le basi, molto solide, le hanno ben impostate.

È solo una questione di tempo e le nuove generazioni, anche e soprattutto grazie alla nostra miopia, sono già proiettate verso quel mondo che per loro non sarà duro per come.lo interpretiamo noi.

Per loro sarà la normalità.

L'unica cosa che credo noi, come generazione prossima all'estinzione, dobbiamo puntare a realizzare è il mantenimento e la conservazione per un lascito di memoria per menti in cui ci dovesse avvenire nuovamente una fiammella di vero umanesimo in contrasto alla soverchiante spinta ad un futuro transumanesimo e quasi disconoscimento del valori naturali che sono alla base della vita di ognuno di noi.

Questo sarà molto difficile da mantenere per la digitalizzazione selvaggia in corso e per tanti altri motivi.

Ma in qualche modo si farà.

E non dimentico mai che la consapevolezza della durezza di un qualcosa non significa che ci si debba arrendere: il contrario.