Tora! Tora! Tora!

Cosa può spingere dei giovani, anche di ottimo livello sociale ed istruzione ad assumere la decisione di divenire essi stessi arma?

Se facciamo una ricerca su Google troviamo anche, e spesso escono per primi, articoli e scritti che danno una descrizione di assoluto obbligo subito da costoro o per lo meno da una gran parte di essi.

Si parte come sempre da una visone personale e culturalmente incentrata solo sulla propria visione e si fanno considerazioni apparentemente, a mio avviso, viziate appunto da questa volontà tutta occidentale e prevalentemente anglosassone di voler inculcare per forza la propria visione agli altri e quindi di fatto mettendo le altre culture su un piano ritenuto inferiore. 

Questo credo sia un motivo, oltre a quello commerciale basato sulla rapina, per la scelta ormai chiara del modello "esportatore di democrazia" tanto caro appunto agli USA e agli inglesi che hanno di fatto cooptato a forza, salvo poi evidentemente trovarsi bene in questo contesto, molti altri paesi con la scusa della NATO, compresa l'Italia. Specialmente ai giorni nostri.

Comunque, torniamo alla domanda che mi sono posto inizialmente.

Cosa spinge o almeno ha spinto questi giovani a divenire essi stessi arma?

Credo che la risposta a questo stia nella tradizione che in quella nazione, allora impero, si respirava. Naturalmente con tutte le contraddizioni e i limiti. Ancor più ai nostri occhi.

Da questo mi viene un'altra domanda, più che altro rivolta a me stesso: cosa può essere che attiri in costoro quelli come me, che pur auspicando una modernità, vede nella tradizione uno strumento ed uno dei capisaldi dell'unità di ogni nazione?

Beh, proprio questo. La tradizione intesa come radice di una società che si conosce e che condivide il suo percorso alla luce di una vera modernità e non sotto le spinte di un falso modernismo imposto a suon di sviluppo tecnologico da un lato e capricci elevati a diritti dall'altro. Con tutto ciò che ci scorre in mezzo e intorno.

I Samurai e le loro regole, almeno da un punto di vista di minima comprensione, li conosciamo e conosciamo i loro capisaldi: onore, fedeltà, famiglia, rispetto delle regole.

Ecco, questo è il punto di contatto con questo mondo, apparentemente lontano, ma vicino nell'animo di molti di Noi. 

Ecco il reciproco affascinamento.

Perché se scorriamo la storia italiana troviamo personaggi e pensieri e quindi azioni in tal senso, non mi riferisco ai giovini arma, mi riferisco ai valori, quelli evidentemente della tradizione, che li hanno portati a tali decisioni. Nel bene e nel male.

Poi, credo, che gli "esportatori di democrazia a domicilio", secondo la loro visione, che prescinde da quella di chi la subisce, abbiano fatto un "buon lavoro" radendo al suolo emotivamente un popolo intero per poi farlo rinascere secondo le loro, degli "esportatori di democrazia", necessità.

Oggi tocca noi. Ma credo anche con altre varianti ancora più negative: la cosiddetta "inclusione". Che altro non è che un estirpare le nostre radici in una maniera diversa e più subdola.

Sinceramente non credo che gli italiani abbiano intenzione di resistere a questa modifica profonda che ci stanno imponendo e che ormai si trova nella fase finale.

So che ci dovrò e dovremo conviverci per il futuro.

E voglio farlo mantenendo il mio luogo in cui essere ciò che sono e non farmi sopraffare dalle cazzate che ci impongono di credere, non da oggi, e che troviamo anche in molti libri di testo e di storia.

Perché si sa, la storia la scrivono coloro che dicono di essere i vincitori.