La pace è un affare

 
La pace è un affare. Un grosso affare.

Credo non abbia paragoni in termini di fatturati e soprattutto di utili.

Andiamo per ordine: che cosa si ritiene sia la pace?

Siamo portati a credere, anche se in parte è effettivamente così, che la pace sia tale esclusivamente in relazione a palesi conflitti armati.

Per come la vedo io non è così. la pace ha varie possibilità di essere "venduta" e quindi "comprata". Questo al di là delle sopravvenienze attuali anche se emblematiche.

Come si sviluppa un conflitto e quindi la susseguente necessità di pace? Semplice, qualcuno, una parte di una popolazione, uno stato o un insieme di stati, decide ad un certo punto di "far valere" una qualche ragione riconducibile a presupposti canoni di diritto.

Questo è lo schema classico che ci ha accompagnato e ci accompagna sino ad oggi.

Questo è ciò che vediamo e ciò che con la storia ci viene raccontata e siamo anche stimolati a farne tesoro con la giusta motivazione che i fatti "non debbano mai più ripetersi".

Poi se scaviamo un pochino ci rendiamo conto della grande ipocrisia che avvolge il tutto.

La guerra, in ogni sua forma, è business. Ma non solo per la guerra in se stessa. Credo ancor più per mantenerne la pace. O almeno parimenti.

Se analizziamo tutti i conflitti abbiamo un minimo comune denominatore che si somma alla bramosia di alcuni che poi motiva la ferocia e tutto ciò che ne consegue di molti: il potere economico e tutto ciò che ne deriva.

La soluzione? Nessuna. 

Perché? Perché il sentimento di "pace universale" nel mondo, così come la pace, probabilmente alberga nel solo cuore delle varie Miss dei concorsi di bellezza.

A mio avviso più che la guerra, la pace è un affare. Ma questo affare è possibile solo se vi è l'esigenza di "acquistare la pace"

E' la legge della domanda e dell'offerta. Che coinvolge e condiziona anche settori che non ti aspetti: editoria, chimica, industria pesante e non, industria tecnologica e farmaceutica.

Tornando al concetto di pace, credo che, se anche nell'immaginario di noi tutti prevale come necessità di pace il momento in cui si sparano colpi e si mobilitano truppe, il concetto sia molto più ampio e soprattutto influenzato da tanti fattori, ma sempre riconducibili al potere economico e soprattutto finanziario.

eppure abbiamo già provato che questo concetto di azione e reazione legata al conflitto armato palese non è unica modalità di approccio alla guerra per avere la pace. Anche la presupposta "tranquillità" occidentale, dopo essersi generata sulle onde della guerra, ha assunto una diversa connotazione tra azione e reazione e quindi tra la pace e la guerra. i morti ci sono anche senza sparare un solo colpo. Forse anche di più. Si chiama mercato nell'accezione neoliberista. Che assume sempre le sembianze di bombardamenti e attacchi armati. Ma silenti.

Abbiamo gioito per la nascita dell'Unione Europea, passata per altre forme, ma appunto le altre forme che sono state propedeutiche alla UE erano esclusivamente di natura economico/finanziaria. Come la natura della stessa Unione Europea. Vale vedere come sia nata effettivamente l'attuale Unione europea e chi ne sono stati i costruttori effettivi al di là delle azioni di proponimento politico. [1]

Infatti la causa principale della guerra economica e finanziaria in essere in seno alla Unione Europea che vede anche la contestuale guerra, sempre economica e finanziaria, verso altre realtà appunto economiche e finanziarie, vedi i BRICS, [2] è evidentemente scoppiata e via via si è acuita con l'introduzione della moneta unica europea, l'euro.

Oggi, a mio avviso, i proprietari del  vapore, hanno messo in atto un conseguente e necessaria, secondo la loro "filosofia" grazie alla quale si sentono alla stregua di dei, riposizionamento delle carte nel proprio mazzo per passare poi ad una nuova partita che genererà ricchezza, ma sempre più accentrata.

Le diverse esplosioni di palesi contraddizioni credo che lo testimonino. 

Tutte, tutte e ripeto tutte, le nazioni o gruppi di nazioni che si stanno accingendo a fronteggiarsi, in un modo o nell'altro siedono l'una affianco all'altra in consessi nati appunto per redimere possibili diatribe e rendere più vivibile il tempo comune.

Eppure molte questioni che poi puntualmente vengono prese a motivazione per innescare nuovamente e periodicamente dispute e quindi guerre, sono lì, tutte ben allineate e ricoperte di polvere insieme ai buoni propositi.

E spesso vediamo in azione prima come pacieri e pacificatori e poi come cannoneggiatori e distruttori le stesse identiche persone.

Poi diverso è l'approccio per ogni area della terra. Ma la sintesi è la stessa: la pace è un affare e per poterla vendere, come una merce, bisogna crearne l'esigenza di acquisto.

E in alcune parti dl mondo, compresa l'Italia, la moneta salata con cui pagarla è la libertà.