Casalincontrada sotto assedio - Tra Icaro e De Gayardon

Mentre tutti sono intenti a fare ciò che devono fare, con affetto, nei bar si chiacchiera e lo si può fare anche per il fatto che  tutto è a posto e tutto procede come deve e per come ci si applica.

Mentre si aspetta che si decida di mettere fine a questa situazione ormai, sempre a detta delle chiacchiere da bar, di durata pluriennale, oltre alle chiacchiere si sviluppano pensieri e riflessioni. 

Cosa porta una persona o un numero vario di persone a fare ciò che viene fatto ormai impunemente da mesi e mesi se non anni?

Quale è il meccanismo mentale che rende possibile ad una o più persone di ritenersi imprendibili?

Questa sicurezza e questa sfacciataggine da dove originano? Come si sviluppano? 

Facilmente, a detta ormai dei miti e delle leggende che girano e accresciuti dalle solite chiacchiere da bar, ci troviamo di fronte ad una sorta di "realtà aumentata" che partendo da una base di sicurezza personale è cresciuta e cresce sempre più con il passare del tempo.

Ma da questo a passare a definire questo fenomeno mentale come malattia o perlomeno tentare di assimilarlo ad una sorta di stato patologico ce ne passa.

La malattia è altro. E la società non cura. Tantomeno affibbiando colpe alla società stessa. 

Si sia più concreti e soprattutto realisti alla luce della cruda e purtroppo dura realtà.

Comunque, cosa spinge qualcuno ad essere così sicuro di se e in un certo senso fino ad arrivare ad incarnare una sorta di mito a cavallo di Icaro [1] e De Gayardon [2]?

Riassumendo: Icaro e De Gayardon sono un valido esempio, mitologico e reale, della sfrontatezza dell'uomo nel volere volare ad ogni costo.

Sia Icaro che De Gayardon facendo affidamento come ad una sorta di rete di protezione generata dalla competenza tecnica e tecnologica applicabile ognuno per il suo tempo alla possibilità di volo.

Ma tutti e due perendo anche per la troppa sicurezza nel perseguire e quindi commettendo un qualche errore che li ha tragicamente puniti. 

Tutti e due confidavano in una sorta di "rete" che li proteggesse.

Icaro però non ascoltò il padre e si avvicinò troppo al sole. 

De Gayardon con una modifica dell'ultimo minuto, forse apportata con un po' di leggerezza. 

In estrema sintesi possiamo dire che tutti e due avevano una forte senso di sicurezza indotto anche da fattori esterni e quindi non determinato solo dalla propria volontà e preparazione.

Quindi, tornando al mito del novello o dei novelli Lupin che si aggira o aggira per Casalincontrada ormai da tempo, quali sono i fattori che erroneamente ne aumentano la percezione di essere "al sicuro"?

I fattori possono essere molti. Sicuramente sentirsi affettivamente protetto ad ogni costo. E ci può stare. Se si ha un legame con qualcuno che sbaglia è presumibile che lo si possa aiutare a raddrizzare la situazione. E questo potrebbe essere il caso di una cerchia molto ristretta di persone che hanno un qualche legame molto forte con il novello o i novelli Lupin "de noantri" [3], in senso di avere un legame appunto stretto.

Poi vi sono anche altri gangli di una sorta di rete, tipo quella sotto i trapezisti, che in un modo o in un altro contribuisce o cerca di contribuire ad attenuare la caduta.

E qui i rapporti e le dinamiche si fanno più complicati e complessi.

Quindi, più o meno consapevolmente, qualcuno che si aggira in maniera un po' fuori dal normale, potrebbe accrescere questa sua sicurezza grazie ad una sorta di rete che da un certo punto di vista ritiene di doverlo o doverli salvaguardare in un qualche modo.

E qui scatta un altro quesito a mio avviso: che significa salvaguardare?

Se salvaguardare significasse far in modo di svicolare per quanto più possibile, non credo sia una vera salvaguardia del novello o dei novelli Lupin.

Perché? Perché prima o poi qualcosa succederà e qualsiasi cosa succederà sarà come nella fiaba dei "Vestiti Nuovi dell'Imperatore" [4]. Solo che qui si corre un serio rischio che non sgrani gli occhi un bimbo il quale metterebbe a nudo l'ipocrisia di fondo.

Qualcuno, e il novello o i novelli Lupin per primi, potrebbero essere catapultati in un attimo nella dimensione della vittima.

Allora se si riflette bene, quale dovrebbe essere il vero compito di una eventuale potenziale rete? Proteggere. Bene. Proteggere chi e da cosa? 

Intanto si abbia la forza d'animo. certamente non facile, di proteggere per davvero e per prima cosa da se stesso il novello o i novelli Lupin.

E questo lo possono fare poche persone a mio avviso e alla luce dei fatti reali e soprattutto del lungo tempo in cui si sono e si stanno svolgendo.

Persone che hanno un forte legame. 

Persone affini per un patto di sangue e che non si può sciogliere.

E' dura. Ma sarebbe più dura erigere un tempio o una sorta di mausoleo alla memoria come per Icaro e De Gayardon.

Gli atri continuino a fare il loro. Alcuni dal buco della serratura. Altri da dietro le finestre e sottovoce. Ma sempre con affetto.