Quale spreco

Rappresentare come spreco l'impiego di prodotti regolarmente acquistati per utilizzi diversi, per me, è fuorviante.

Nello specifico, e non solo, i prodotti sono stati realmente acquistati per l'uso a cui erano destinati.

Così come rappresentare come spreco il fatto che avanzi qualcosa nel frigo di casa o al ristorante.

Per quanto ai prodotti invenduti e destinati a usi sociali, il discorso è diverso, ma la filiera non si è chiusa. Ed è una questione oltre che economica credo soprattutto fiscale.

Al momento dell'acquisto ritengo che il concetto di spreco, inteso come questione sociale, sia solo una questione personale.

Con il pagamento in cassa il ciclo economico di un prodotto effettivamente messo in commercio così come raccolto o trasformato è chiuso.

La questione è di chi butta via i soldi.

Di spreco di cibo parlerei invece solo ed esclusivamente riferendomi a quello che, come nel caso di frutta e ortaggi, viene fatto marcire nei campi o sugli alberi per "mantenere" le quotazioni e ancora più spesso per ricattare i produttori e poi comprare in altri posti prodotti simili a prezzi molto più bassi e qualità diverse.

E questi prodotti non entrano nel circuito sociale destinato ad enti benefici o similari. 

Questo per me è spreco perché il ciclo non si è chiuso per volontà di qualcuno degli attori e solo per lucro.

Spreco è averci fatto "ingoiare" a suo tempo gli OGM con la scusa che si sarebbe potuto sconfiggere la fame nel mondo.

Mentre l'unico risultato è stato un crescente utilizzo di chimica in agricoltura e allevamento sino alla produzione di mele con il copyright inventate nei laboratori che stanno eliminando dai banchi le mele reali e presenti in natura.

Ancora un esempio di dito e luna.