Italiani... arrivano le europee

Archiviate le pratiche Sardegna e Abruzzo si passa ai proclami per le prossime elezioni europee di giugno.

Subito si è cominciato a distinguere Salvini seguito dalla nomenclatura leghista, Borghi in testa.

È stato coniato immediatamente e diffuso il nuovo slogan: "più Italia meno Europa".

E già farebbe ridere se non fosse che è la facciata, appunto la UE e soprattutto il finto antiUE, che sta distruggendo definitivamente l'Italia.

Da un lato abbiamo la Meloni che senza pudore e ritegno alcuni ha invertito le sue posizioni politiche e si è ben accucciata all'ombra euroatlantista di Biden/Ursula.

Salvini invece cerca di ritagliarsi una dimensione antieuropeista solo per quanto alle elezioni e per non "perdere la priorità acquisita" si esserci per poi inscenare i soliti teatrini a favor di telecamere.

Il rapporto tra gli eletti nel parlamento europeo e quello con la commissione è chiaramente e istituzionalmente sancito come di sudditanza e accondiscendenza.

Non induca in errore di valutazione quando sulla stampa, come in questi giorni in merito alle cosiddette "case green", oltre al voto contrario di Lega e FdI, addirittura si titola che la proposta della commissione era più dura e stringente, facendo credere il raggiungimento di chissà quali risultati di negoziazione.

Una presa per il culo chiara e reiterata.

La dimostrazione la si trova nei dettagli e in ciò che avviene anche in altri ambiti.

Non ultimo la definitiva adozione dello strumento di controllo che abbiamo conosciuto come green pass e che si sta rapidamente evolvendo in una complessa macchina di digitalizzazione estrema e pervasiva della nostra vita.

La Lega torna a riproporre il "cambiamento dall'interno" della UE, vecchio cavallo, bolso, di battaglia, per allocchi a questo punto.

L'unica cosa che "cambieranno" sarà la dimensione del cetriolo.

Intanto si torna a continuare nello sport preferito: sparacazzate.