Propaganda


Tutti parliamo di propaganda. Ma in effetti cos'è questa propaganda?

Secondo l'enciclopedia Treccani
"Azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. È un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto. La p. utilizza tecniche comunicative che richiedono competenze professionali, nonché l’accesso a mezzi di comunicazione di vario tipo, in particolare ai mass media, e implicano un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità. I messaggi possono arrivare a implicare diversi gradi di coercizione o di minaccia, possono far leva sulla paura o appellarsi ad aspirazioni positive." [1]

Solitamente il metro di paragone dell'utilizzo di tale strumento sono i regimi totalitari del secolo scorso, fascismo e nazismo, e gli obiettivi quelli del consolidamento di un sentimento nazionale contro un qualcuno a cui si sta o si dovrà fare guerra.

La comunicazione è lo strumenti proprio della propaganda. Una comunicazione studiata e messa in atto per superare qualsiasi scrupolo di verità per indurre le masse a sostenere qualsiasi cosa. Questo partendo dal presupposto che le masse sono psicologicamente semplici e sostanzialmente incolte.

La comunicazione di massa si basa il suo rapporto su due cardini: che vi sia un soggetto emittente e un altro ricevente. Con quest'ultimo in una condizione non attiva e tantomeno informata, pronto ad assorbire ogni messaggio propagandistico.

La propaganda si regge sulle parole e non sui concetti e le parole si nutrono dell'essenza dei concetti stessi svuotandoli da ogni significato e, dopo averli svuotati, li rende simili a lamine che possono essere sagomate a piacimento per poi farne etichette da appiccicare all'occorrenza, etichette che avranno sostituito i concetti e quindi tutti i ragionamenti e possibilità di confronto.

Lo stesso accade per i fatti.

O si o no. O pro o contro.

Il mezzo con cui veicolare la propaganda sono tutte le forme di comunicazione istituzionale, le attività degli organi governativi e delle istituzioni. delle grandi imprese, le campagne politiche e quelle di pubblica informazione.

La propaganda si rivolge all'inconscio delle persone, non alla ragione. E per raggiungere l'inconscio delle persone ricorre ad atti che sono propri della pubblicità commerciale  elaborando le sue tecniche avvalendosi della psicologia individuale e quella delle masse, della sociologia e di tutti gli strumenti che portano alla conoscenza profonda delle reazioni umane ad ogni e qualsiasi sollecitazione.

Proprio per questo la propaganda si esercita suscitando emozioni forti e ripetute.

Le emozioni intense e ripetute sono veicolate dalla stampa, dalla televisione, dalla radio,  i social.

Vengono utilizzate anche le forme più sottili di diffusione come la letteratura, il tetro, il cinema, ecc.

Insomma, per la propaganda si utilizzano tutti i canali possibili per il mezzo dei quali è possibile raggiungere le persone.

Oggi, in confronto alle forme propagandistiche del passato, abbiamo uno strumento che ha reso il tutto più forte, subdolo e permeante: la tecnologia.

Non a caso sentiamo da tanto parlare della necessità di "governare i dati" e da questo l'informazione e quindi la conoscenza di ognuno di noi.

Nei fatti questa forte possibilità data dal crescente sviluppo tecnologico è in mano a pochi anche se di fatto la tecnologia la usiamo tutti.

Proprio grazie alla tecnologia la quantità di informazioni disponibili sono cresciute a dismisura.

Non a caso abbiamo il problema delle cosiddette "fake news".

Ma quali sono le vere "fake news"? Quelle propedeutiche alla propaganda o quelle che la propaganda la smentiscono?

Quindi, a mio avviso, la propaganda si è arricchita di un altro strumento: parlare male di se stessa per poi poter smentire e risuonare ancora più forte.

E come avviene questo passaggio?

Sempre a mio avviso, la ghiotta opportunità è rappresentata proprio dalla facilità con cui oggi si possono aprire canali di comunicazione e si può entrare in contatto con tutto il m ondo e quindi sparare cazzate o, anche nel solco di una vera presupposta volontà di contrapposizione, di fatto avvalorare ciò che a chi gestisce la propaganda fa più comodo.

Un esempio valido per me è quello della discussione politica, tutta a favor di notiziari e cosiddetti programmi di approfondimento, sull'orario dei confinamenti, i lockdown, e non sulle misure stesse. Così come caffe seduto o caffè in  piedi. Dopo le 18 o prima delle 22.

Nessuna dei "discutenti" ha confutato chiaramente il provvedimento e quindi si è fissato il fatto che andava preso e andava bene a tutti: per il nostro bene.

Credo che oggi siamo immersi in una tale quantità di "informazione disinformante" che ci gira attorno e ci dice tutto e il contrario di tutto come non mai.

E questo lo percepisco, paradossalmente, più grazie a ciò che dicono coloro che vorrebbero rappresentare il cosiddetto dissenso solo grazie ad una posizione contro, senza una vera proposta sociale ampia e globale, ma solo pensando di sostituire un potere "cattivo" con uno "buono" senza però ragionare su tutto ciò che ci ha condotti a questo.