In Italia è come se si vivesse in un mondo a doppia velocità.
Come se ci fosse una sfera nella sfera e le due sfere di fatto non entrano mai in contatto reale.
Una delle sfere è quella della vita degli italiani.
Una vita difficile per molti aspetti.
L'affastellamento di regole, regolette, leggi e consuetudini ci tiene in una costante apprensione.
Salvo poi all'atto pratico dimostrarsi il più delle volte solo a carico delle persone "serie".
Questo contribuisce a gettarci ancora più nello sconforto e nella rassegnazione che ci fa pensare di vivere in un paese simile al farwest.
Contribuisce a questa "sensazione" anche la costante attenzione dei media a casi spinosi che dividono la nostra società creando ulteriore confusione e incomprensione se non incredulità nei confronti di alcune vicende e degli sviluppi successivi.
Non abbiamo la certezze del diritto, altro che della pena.
Poi c'è l'altra sfera, quella che ingloba anche la prima in cui si trova la maggior parte degli italiani.
Questa seconda sfera è pressoché slegata dalla prima ma la influenza fortemente, anzi, la determina nei fatti.
In questa sfera stanno come sospese tutte le funzioni proprie delle istituzioni che dovrebbero garantire la certezza del diritto sopra ogni cosa.
I vari ordinamenti che garantendo indipendenza reciproca dovrebbero dare ad ognuno di noi la possibilità di affidarsi alla legge.
La "legge" non credo sia solo ciò che avviene a livello legale in un tribunale, la legge credo sia verosimile intenderla come la complessiva affidabilità della macchina burocratica che è lo strumento con cui lo stato amministra e regolamenta la nostra vita.
Quotidianamente assistiamo, ormai assuefatti, allo stupro della "legge" e all'asservimento di essa a finalità diverse ammantate ipocritamente da una presupposta "ragion si stato" di cui però non se ne comprende il vero raziocinio.
Esempi?
Il caso Palamara, le privatizzazioni, la pedissequa osservanza delle direttive americane e UE, la sovversione delle fonti del diritto e la retrocessione di fatto del valore della Costituzione in ossequio di accordi antitetici ad essa, la continua erosione dei diritti, fino all'ennesimo episodio di dossieraggio di questi giorni.
Questo sono esempi relativamente attuali. Ma ve ne sono centinaia, se non migliaia, accatastati da decenni.
Tutto questo scollamento di fatto determina una funzione completamente rovesciata dell'esercizio delle proprie funzioni di tutti gli ordinamenti e le istituzioni che compongono la macchina statale.
Generando una continua girandola di ingerenze perseguite e protratte in un gioco delle parti che vede però tutti gli attori contribuire alla modellazione a proprio uso e consumo della Costituzione e via via di tutto ciò che ne deriva e di tutte le funzioni piegandola e modellandola.
Ecco perché ritengo che l'Italia sia un paese senza legge anche se di leggi ne abbiamo a iosa ma vengono usate come una clava nei confronti dei malcapitati del momento.
Personalmente ravviso anche una certa differenza con il farwest.
Nel farwest, spesso ritenuto posto senza legge, almeno i contendenti, i pistoleri che si fronteggiavano in duello, si sparavano tra di loro mettendo in atto una sorta di legge del taglione.
Qui in Italia i pistoleri non si fronteggiano, anche se appare che sia così, sparano insieme sui malcapitati italiani, e lo fanno sapendo di essere in quella sfera, la seconda, che ingloba la prima, e dove tutto si può.
E questo avviene sempre e comunque in un teatro in cui il gioco delle parti, destra e sinistra, funge da cortina fumogena e da intermezzo per chi osserva, noi, che siamo nella prima sfera, e abbocca.