Carestia

Il termine "carestia" viene genericamente utilizzato per descrivere la carenza, la scarsità, di prodotti, specialmente alimentari.

La storia umana è ciclicamente costellata da carestie in tal senso.

Intere aree mondiali ne sono costantemente sotto.

Ho sempre avuto una certa curiosità in riferimento a questo concetto e mi sono sempre posto il perché di questi periodi storicamente individuabili e il perché della permanenza di questa condizione in date aree.

Ho sempre avuto in risposta considerazioni legate alla mancanza legata ad eventi che determinavano la mancanza di cibo.

Non sono mai stato pienamente soddisfatto. Non lo ritenevo sufficiente a spiegare questa condizione, ancor più in epoca industrializzata e come oggi tecnologicamente dotata.

Poi mi sono imbattuto in questo saggio [1] che ne ripercorre la storiografia e ne compara le tesi di vari economisti e ho avuto la risposta che seppur non pienamente rispondente, ha un senso molto ampio e ne allarga la comprensione e non solo per quanto alla "carestia" alimentare.

La corretta interpretazione del termine "carestia" non è quello generalizzato di mancanza, ma è quello più profondo e ampio di "caro", costoso.

E infatti collegando questa accezione ai fatti si ha una spiegazione molto più sovrapponibile alla realtà.

Le carestie, specialmente quelle ad ampio raggio, sono determinate maggiormente per motivi economici e non per la poca produzione.

Mettendo in relazione ciò con quello che stiamo vivendo e con quello che vediamo nei paesi eternamente in via di sviluppo, si può comprendere la direzione che si è presa e uno dei punti del "reset" in atto.

Si comprendono anche le motivazioni di talune azioni che evidentemente hanno il solo scopo di creare la "carestia" e quindi portare una grossa fetta di popolazione ad avere forse solo risorse economiche per mangiare e quindi innescare un meccanismo di ulteriore impoverimento diffuso e tutto ciò che ne consegue.

Sembra assurdo specialmente in questa epoca, eppure è così: cambiano gli strumenti ma il fine è sempre quello.

Vi invito veramente a leggere questo saggio che è alla portata di tutti e nello stesso tempo, per chi vuole, propone spunti di approfondimento.

Primo fra tutti: il modo in cui ci vengono presentate le questioni, ovvero il mainstream.

Riflettete. Non costa nulla. Solo un po' di lavoro nella testa.

[1] https://popolazioneestoria.it/article/view/311?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0GTf8Ar3U0Dfaq5cyOH6Ts-3mh_3Mr4PlWSns1L_q2hKBT9T2dxo_dl-Y_aem_AS02pGLrCWhC0fczsr-JV9vXpewUg4tIMeOOcNyqWHy2Cdh1Rpnu955sy9-eXWuz1B9u9NwPH3T1Q_wGoN8XH7Fu