Io c'ero. Da quando tutto cominciò.



Di motivi per “cambiare campo” ve ne possono essere molti. Tutti legittimi e tutti validi. Nel mio caso ritengo di non aver cambiato campo. Anzi sono sempre più fermamente convinto di aver mantenuto fede ai miei impegni e non alle promesse, ai miei ideali e soprattutto non aver mai confuso le idee
ed i progetti con ideali che spesso sono stati usati e lo sono ancora per dividere i campi con recinti ben delimitati e trarne dei vantaggi. L’ostinata prosecuzione nella ricerca di uno scontro su temi che poi si riverberano sulle nostra pelle sinceramente non mi appassiona più. Da tempo e non ne ho mai fatto mistero e ritengo di averlo sottolineato e perseguito con atti ed azioni, non mi appassiona più una politica fatta da tifosi e da difensori d’ufficio di questo o di quello perdendo troppo spesso di vista gli obiettivi reali che incidono sulla vita reale. E questo lo ritengo valido come atteggiamento nei confronti non della destra o della sinistra, ma nei confronti di coloro che proprio grazie a questo schema che divide, anche su argomenti che invece dovrebbero essere oggetto di sintesi per il bene di tutti, hanno fondato la propria fortuna politica ma su cui si basa la nostra sfortuna, momentanea, di Nazione e di Popolo. Le azioni che ci toccano direttamente quali sono? Sono senza dubbio quelle che a vario titolo e nessuno escluso sono state messe in campo senza veramente perseguire la ricerca di dare pari opportunità a tutti. Nessuno escluso. Si è proceduto e ancora si vorrebbe procedere toccando la pancia degli italiani considerandoli solo come elettori e non come partecipi della vita politica in maniera attiva. Si vorrebbe continuare imperterriti a mantenere posizioni di rendita che sono anacronistiche e bloccate da oltre 20 anni dopo che, trasversalmente e ripetutamente nonché alternativamente, sono state fatte promesse e non presi impegni da mantenere. Sinceramente dedicare del tempo alla politica per rincorrere un avversario e renderlo nemico non mi interessa. Non mi attrae lottare per occupare posti di potere dopo aver illuso le persone che conosco e che in me credono prospettando loro la possibilità, ormai irrimandabile e colpevolmente tardiva, di contribuire alla normalizzazione della nostra vita anche nelle attività apparentemente più semplici. Il percorso politico a cui oggi molti si avvicinano e verso cui altri guardano con diffidenza se non addirittura con avversione propria del recente passato, è il percorso che consapevolmente, ho scelto, non da solo, di percorrere già da alcuni anni. Picchiando duro quando serve e per gli argomenti che più ci toccano da vicino e su cui sono in grado di dare il mio contributo. Il primo obiettivo, dopo quello di essermi sganciato da atteggiamenti propri del tifoso, è quello di contribuire a riportare la discussione politica e non sulle persone tra la gente e con la gente e contribuire, nelle mie possibilità, a far spegnere quanto più possibile questo forte sentimento di rassegnazione che pervade troppi di noi e che si stà trasformando sempre più in rabbia. Rabbia che io stesso ho trasformato in ragionamento e dopo aver ragionato ed essermi guardato allo specchio, senza timore di guardarmi dentro. E voglio contribuire a far compiere lo stesso percorso a quante più persone possibili. Riportare e rimotivare quanta più gente possibile ad occuparsi di politica liberamente. Senza tornaconti particolari. Soprattutto senza le famose frasi “o con me o contro di me” o peggio ancora similitudini e percorsi da “incudine e martello”  Abbattere lo schema degli steccati e delle ideologie usate per non permettere un ragionamento ed una seria sintesi. Questo è il vero obiettivo. Con la speranza e da parte mia la certezza che un domani, quando sarò vecchio, mio nipote mi chiederà: < Nonno ma davvero l’Italia nel 2013 s’è desta? Ma tu te lo ricordi?> e io credo che risponderò: < Sì è vero l’Italia s’è desta. E io c’ero. Da quando tutto cominciò. Insieme ad altri. E tutto cominciò con un CLUB>.