E' di dominio pubblico, e ho voluto che lo fosse, il mio personale riavvicinamento al centro destra e a FORZA ITALIA in particolare. Sinceramente non mi crea problemi e non rientra nel mio modo di essere rimanere ad aspettare lo sviluppo degli eventi. A me piace partecipare alla costruzione degli avvenimenti e piace prendermi le responsabilità delle mie azioni. Lo scorso venerdì 11 luglio ho partecipato all'assemblea pubblica organizzata dal Gruppo Consiliare in Regione Abruzzo di FI al padiglione espositivo ex-Cofa a Pescara. Come è
uso attuale, alla manifestazione e' stato dato un titolo che ne faccia comprendere il senso e le finalità: RICOSTRUIAMO #e'ora. Nella locandina erano riportate altre tre azioni auspicate che ritengo siano alla base di una ricostruzione politica credibile e fattibile: IDENTITÀ', PROGETTO, PARTITO. Per quanto riguarda le valutazioni sulla lettura della recente sconfitta elettorale, vista la dimensione e la portata, sono sempre più convinto che non vi siano scusanti. Per NESSUNO. Ma appunto questa consapevolezza, se vera consapevolezza c'è in noi, dovrebbero spingerci a seguire la traccia della ricostruzione. Partendo dalle tre azioni che ne sono alla base. Non credo sia produttivo perdersi in diatribe o difese ad oltranza da una parte e dall'altra, se di parti contrapposte si parla. Decanterei dalle vicende personali/politiche che negli anni si sono frapposte tra singoli, vicende che sinora erano coperte dal successo riportato in precedenza e che tra mille difficoltà continuava ad ammantare la dialettica. Ma di dialettica si parla. A tratti, anzi per lo più, aspra e verace.
Ma per questo vera. Certamente la ferita, profonda, e' troppo fresca. Le persone e le personalità, diverse e ricche di valore non solo politico, sono anche esse forti e meritevoli di ascolto. Il confronto, mi auguro, continuerà. Mi auguro porti ad una consapevolezza innegabile ma necessaria e non scontata: solo uniti si può pensare di dare risposte. E quindi il discorso si allarga agli alleati e a coloro che in questa area politica si ritrovano ma non si riconoscono momentaneamente. Di certo le vicende nazionali non aiutano. Ma è così. Tutto RIBOLLE e per questo non mi piace stare alla finestra ad aspettare che altri cucinino per noi. Voglio dare il mio contributo. Senza prendere parti personali, ma chiedendo con forza che si realizzi un progetto politico chiaro e perseguibile che sia utile all'Italia, alla Regione Abruzzo e alle singole realtà comunali della nostra regione. Dalla più piccola alla più grande. Proprio in questa parte del discorso mi sento di poter dare un contributo. I fatti, le cronache, anche giudiziarie, ci fanno ben comprendere che in molte vicende amministrative si naviga a vista. Correndo il rischio di cadere in errori e nella possibilità di vanificare la realizzazione di progetti politici che devono necessariamente trasformarsi in tangibili contributi all'economia dei territori, senza tralasciare gli altri aspetti come la tutela del territorio e il benessere di coloro che in quel territorio vivono. Allora mi appare chiaro il primo passo per RECUPERARE credibilità. Il contatto non con gli elettori, ma con i cittadini. Con i luoghi. Con le amministrazioni. Soprattutto le più piccole e quindi più deboli. Il supporto di un partito che sostenga lo sviluppo attraverso strategie comuni in aree omogenee di intervento. Proponendo per
uso attuale, alla manifestazione e' stato dato un titolo che ne faccia comprendere il senso e le finalità: RICOSTRUIAMO #e'ora. Nella locandina erano riportate altre tre azioni auspicate che ritengo siano alla base di una ricostruzione politica credibile e fattibile: IDENTITÀ', PROGETTO, PARTITO. Per quanto riguarda le valutazioni sulla lettura della recente sconfitta elettorale, vista la dimensione e la portata, sono sempre più convinto che non vi siano scusanti. Per NESSUNO. Ma appunto questa consapevolezza, se vera consapevolezza c'è in noi, dovrebbero spingerci a seguire la traccia della ricostruzione. Partendo dalle tre azioni che ne sono alla base. Non credo sia produttivo perdersi in diatribe o difese ad oltranza da una parte e dall'altra, se di parti contrapposte si parla. Decanterei dalle vicende personali/politiche che negli anni si sono frapposte tra singoli, vicende che sinora erano coperte dal successo riportato in precedenza e che tra mille difficoltà continuava ad ammantare la dialettica. Ma di dialettica si parla. A tratti, anzi per lo più, aspra e verace.
Ma per questo vera. Certamente la ferita, profonda, e' troppo fresca. Le persone e le personalità, diverse e ricche di valore non solo politico, sono anche esse forti e meritevoli di ascolto. Il confronto, mi auguro, continuerà. Mi auguro porti ad una consapevolezza innegabile ma necessaria e non scontata: solo uniti si può pensare di dare risposte. E quindi il discorso si allarga agli alleati e a coloro che in questa area politica si ritrovano ma non si riconoscono momentaneamente. Di certo le vicende nazionali non aiutano. Ma è così. Tutto RIBOLLE e per questo non mi piace stare alla finestra ad aspettare che altri cucinino per noi. Voglio dare il mio contributo. Senza prendere parti personali, ma chiedendo con forza che si realizzi un progetto politico chiaro e perseguibile che sia utile all'Italia, alla Regione Abruzzo e alle singole realtà comunali della nostra regione. Dalla più piccola alla più grande. Proprio in questa parte del discorso mi sento di poter dare un contributo. I fatti, le cronache, anche giudiziarie, ci fanno ben comprendere che in molte vicende amministrative si naviga a vista. Correndo il rischio di cadere in errori e nella possibilità di vanificare la realizzazione di progetti politici che devono necessariamente trasformarsi in tangibili contributi all'economia dei territori, senza tralasciare gli altri aspetti come la tutela del territorio e il benessere di coloro che in quel territorio vivono. Allora mi appare chiaro il primo passo per RECUPERARE credibilità. Il contatto non con gli elettori, ma con i cittadini. Con i luoghi. Con le amministrazioni. Soprattutto le più piccole e quindi più deboli. Il supporto di un partito che sostenga lo sviluppo attraverso strategie comuni in aree omogenee di intervento. Proponendo per
davvero e non solo in termini elettoralistici e propagandistici quella tanto decantata FILIERA ISTITUZIONALE che parta dai territori, anche i più piccoli, per arrivare in Europa, passando per gli altri livelli di governo. Per costruire e rendere funzionante e produttiva una filiera politica, non ritengo sia assolutamente necessario avere la guida delle Istituzioni. Dal lavoro di informazione e redazione dei progetti e il susseguente sostegno agli stessi, per una reale opportunità di sviluppo e non per altro, si potrà e si dovrà tornare a chiedere ai cittadini, stavolta sì come elettori, di avere il consenso. Dopo essersi impegnati nella costruzione di un progetto politico che preveda un vero interesse per i territori. Alla base ci vuole organizzazione e lavoro. Ovvero partito. Che metta in condizione di dialogare tutti i livelli sia elettivi che non.