Credo che a breve si dovrà, o meglio, si sarà obbligati a riprendere la discussione su come strutturare la gestione amministrativa del territorio. La vicenda delle province non depone per il meglio, ma personalmente credo vada fatto un ragionamento progettuale completo e che preveda la valutazione del sistema Stato-Regioni-Comuni.
Proprio quanto ai comuni credo che la discussione sarà MOLTO dura. Delle avvisaglie ne abbiamo avuto poco più di un anno fa. Eppure, con tutti i difetti, ma appunto per questo perfettibili se si ragionasse, si sperava che con lo strumento delle unioni dei comuni si potesse iniziare un percorso che dirigesse verso una possibile soluzione almeno per quanto ai piccoli comuni. Invece niente. Ancora una volta i piccoli interessi personali e di "coltivazione" del personale orticello hanno minato e reso impercorribile questo percorso in molte realtà. Molti, forse troppi, "amministratori della cosa pubblica" NON hanno compreso, o meglio, hanno compreso ma reso vano, tale possibilità che tanto avrebbe potuto portare in termini di qualità della vivibilità delle nostre aree. Specialmente quelle interne. La frammentazione urbana propria delle nostre aree, a mio giudizio, molto bene si presta allo sviluppo serio di uno strumento amministrativo come quello delle unioni dei comuni. Alla base della possibile riuscita di tali operazioni però è necessaria una forte propensione alla cultura del sopravvento della cosa pubblica su personalismi e soprattutto campanilismi sterili ed improduttivi. Per far riuscire queste azioni ritengo sia necessario cedere alcuni poteri che vanno messi in rete tra i comuni che compongono la singola unione dei comuni. Questo per dare una vera e sicura direzione univoca, in ogni campo e settore amministrativo nella vita di un comune. Non credo sia possibile parlare di unità di percorso, specialmente in realtà come le nostre, costellata da piccoli e piccolissimo comuni, se non si ha la forza e soprattutto la lungimiranza di riunire le varie deleghe, ad esempio gli assessorati, presenti in ogni singolo comune in un unica delega valida per l'intera unione di cui si fa parte. Ma questo ed altro, se non ci daremo noi una regolata, con la scusa del "rispetto dei ruoli derivanti dal responso elettorale", ci sarà imposto, anche con perdita proprio del valore elettorale di un ruolo, da altri. Ormai è una necessità improrogabile e non più ammantabile da ipocrite tesi che di fatto bloccano nei fatti i comuni e si ripercuotono sui cittadini.
Proprio quanto ai comuni credo che la discussione sarà MOLTO dura. Delle avvisaglie ne abbiamo avuto poco più di un anno fa. Eppure, con tutti i difetti, ma appunto per questo perfettibili se si ragionasse, si sperava che con lo strumento delle unioni dei comuni si potesse iniziare un percorso che dirigesse verso una possibile soluzione almeno per quanto ai piccoli comuni. Invece niente. Ancora una volta i piccoli interessi personali e di "coltivazione" del personale orticello hanno minato e reso impercorribile questo percorso in molte realtà. Molti, forse troppi, "amministratori della cosa pubblica" NON hanno compreso, o meglio, hanno compreso ma reso vano, tale possibilità che tanto avrebbe potuto portare in termini di qualità della vivibilità delle nostre aree. Specialmente quelle interne. La frammentazione urbana propria delle nostre aree, a mio giudizio, molto bene si presta allo sviluppo serio di uno strumento amministrativo come quello delle unioni dei comuni. Alla base della possibile riuscita di tali operazioni però è necessaria una forte propensione alla cultura del sopravvento della cosa pubblica su personalismi e soprattutto campanilismi sterili ed improduttivi. Per far riuscire queste azioni ritengo sia necessario cedere alcuni poteri che vanno messi in rete tra i comuni che compongono la singola unione dei comuni. Questo per dare una vera e sicura direzione univoca, in ogni campo e settore amministrativo nella vita di un comune. Non credo sia possibile parlare di unità di percorso, specialmente in realtà come le nostre, costellata da piccoli e piccolissimo comuni, se non si ha la forza e soprattutto la lungimiranza di riunire le varie deleghe, ad esempio gli assessorati, presenti in ogni singolo comune in un unica delega valida per l'intera unione di cui si fa parte. Ma questo ed altro, se non ci daremo noi una regolata, con la scusa del "rispetto dei ruoli derivanti dal responso elettorale", ci sarà imposto, anche con perdita proprio del valore elettorale di un ruolo, da altri. Ormai è una necessità improrogabile e non più ammantabile da ipocrite tesi che di fatto bloccano nei fatti i comuni e si ripercuotono sui cittadini.