Non mi piace sparare sulla croce rossa, ma non posso non parlare dei fatti di cronaca legati all'ACA. Questi fatti sono prepotentemente e soprattutto pesantemente tornati in auge in questi giorni e quindi all'attenzione non solo degli organi competenti, che non si erano evidentemente accontentati delle spiegazioni ricevute, ma della stampa e quindi dell'opinione pubblica.
Già nel marzo 2012, insieme ai componenti del gruppo consiliare "CASALE FUTURO" e quindi come Consigliere comunale a Casalincontrada, mi sono occupato della questione. Quel che ne conseguì è ormai storia. Ma adesso come allora e ancor di più alla luce degli sviluppi mi preme analizzare la vicenda. All'epoca si era posto come problema quello derivante dalle intercettazioni, oggi riprese dalla stampa. Quelle intercettazioni mostrarono chiaramente il metodo utilizzato per costruire quel sistema e quei rapporti che poi avrebbero aperto le porte a quel sistema censurato e descritto dai Magistrati. All'epoca, come gruppo consiliare, presentammo un'interrogazione all'allora Sindaco, coinvolto nelle questioni in quanto membro del CDA di ACA, proprio per comprendere se si era consapevolmente o inconsapevolmente coinvolti in manovre proprie di quella politica che tutti dicono di disprezzare ma che molti ricercano affannosamente per abbreviare i propri percorsi personali. La risposta fu lapidaria: rispondo ai sindaci che mi hanno voluto fortemente in questo CDA per rappresentarli. Proprio da questa risposta parte una mia personale analisi. Oggi, cosa dicono quei sindaci che così fortemente perseguirono le attività che portarono alla realizzazione di quel progetto politico i cui primi passi, descritti nelle intercettazioni di allora, a tutto ciò e chissà a cos'altro ha portato? Quei sindaci erano consapevoli di quel che accadeva? Ancora: ma se proprio per il fatto che si è sindaci, e quindi eletti per rappresentare la propria gente, quella che ci ha eletto, come si può pensare di dover rispondere solo ai sindaci che ci eleggono in un CDA, tra l'altro di una azienda che eroga servizi come quello della gestione delle acque, e non ai cittadini, compresi quelli rappresentati degli altri comuni? Ecco la personificazione della CASTA. Quella casta della politica tanto bistrattata e descritta anche nei minimi particolari che però ci si ostina a considerare tale solo quando si parla di quella romana e quindi lontana da noi. Quei sindaci che tanto hanno voluto essere rappresentati in questo modo cosa dicono? Come si sentono? Tra l'altro non si è nemmeno riusciti a metter in atto la semplice missione di recuperare le somme che i comuni avrebbero dovuto avere dall'ACA all'indomani della cessione delle reti, quelle somme che hanno finanziato la realizzazione di reti idriche e fognarie che sono state usate come motivo per gonfiare le nostre bollette e utilizzare i proventi per "fare politica clientelare". Allora chi spara sulla croce rossa? O meglio, chi ruba le caramelle ai bambini?
Già nel marzo 2012, insieme ai componenti del gruppo consiliare "CASALE FUTURO" e quindi come Consigliere comunale a Casalincontrada, mi sono occupato della questione. Quel che ne conseguì è ormai storia. Ma adesso come allora e ancor di più alla luce degli sviluppi mi preme analizzare la vicenda. All'epoca si era posto come problema quello derivante dalle intercettazioni, oggi riprese dalla stampa. Quelle intercettazioni mostrarono chiaramente il metodo utilizzato per costruire quel sistema e quei rapporti che poi avrebbero aperto le porte a quel sistema censurato e descritto dai Magistrati. All'epoca, come gruppo consiliare, presentammo un'interrogazione all'allora Sindaco, coinvolto nelle questioni in quanto membro del CDA di ACA, proprio per comprendere se si era consapevolmente o inconsapevolmente coinvolti in manovre proprie di quella politica che tutti dicono di disprezzare ma che molti ricercano affannosamente per abbreviare i propri percorsi personali. La risposta fu lapidaria: rispondo ai sindaci che mi hanno voluto fortemente in questo CDA per rappresentarli. Proprio da questa risposta parte una mia personale analisi. Oggi, cosa dicono quei sindaci che così fortemente perseguirono le attività che portarono alla realizzazione di quel progetto politico i cui primi passi, descritti nelle intercettazioni di allora, a tutto ciò e chissà a cos'altro ha portato? Quei sindaci erano consapevoli di quel che accadeva? Ancora: ma se proprio per il fatto che si è sindaci, e quindi eletti per rappresentare la propria gente, quella che ci ha eletto, come si può pensare di dover rispondere solo ai sindaci che ci eleggono in un CDA, tra l'altro di una azienda che eroga servizi come quello della gestione delle acque, e non ai cittadini, compresi quelli rappresentati degli altri comuni? Ecco la personificazione della CASTA. Quella casta della politica tanto bistrattata e descritta anche nei minimi particolari che però ci si ostina a considerare tale solo quando si parla di quella romana e quindi lontana da noi. Quei sindaci che tanto hanno voluto essere rappresentati in questo modo cosa dicono? Come si sentono? Tra l'altro non si è nemmeno riusciti a metter in atto la semplice missione di recuperare le somme che i comuni avrebbero dovuto avere dall'ACA all'indomani della cessione delle reti, quelle somme che hanno finanziato la realizzazione di reti idriche e fognarie che sono state usate come motivo per gonfiare le nostre bollette e utilizzare i proventi per "fare politica clientelare". Allora chi spara sulla croce rossa? O meglio, chi ruba le caramelle ai bambini?