Tranquillo, ci pensiamo noi

 


Viviamo in un'epoca in cui il paternalismo dimostra di aver permeato la nostra società in maniera evidente.

Nel tempo si è costruito un percorso mentale in tante persone, evidentemente troppe, illudendole che le si voleva sollevare da ogni e qualsiasi incombenza. Ancor più di quelle quotidiane.

Si sono allenate le percezioni delle persone sfumandole verso un semplice ragionamento fortemente acritico: se ci pensa lui, in questo caso lo stato, sono in buone mani.

Sono in buone mani perché? 

Perché ci pensa lui ed io non devo fare altro che affidarmi a chi mi dice che lo fa per il mio bene.

In questo modo, con una mano sulla spalla, e con voce pacata e tranquillizzante, ci stanno chiudendo in una gabbia su nostra richiesta.

Per proteggerci nel duro cammino della vita.

Riprova ne è l'uso psicologico non dei divieti o degli obblighi espliciti. Ma il "consiglio fiduciario": te lo dico io e di me sai che puoi fidarti. Sono qui per te.

In questo modo si stanno devitalizzando di fatto le coscienza critiche personali mettendole in condizione di sentirsi parte di una coscienza unica guidata da chi "ci vuole bene".

Affidiamo a questa "coscienza comune" gran parte delle decisioni che determinano lo svolgimento della nostra vita. Financo l'educazione dei figli se non peggio.

I risultati si stanno intravvedendo e nel contempo questo atteggiamento paternalistico cresce e diviene sempre più pressante e asfissiante.

Ci siamo. E lo stanno facendo per noi. 

Inginocchiati ringraziamo per tale fortuna.