Sono arrivate le tanto agognate elezioni.
Il mondo sovranista le invoca da tempo e soprattutto dice di prepararsi da tempo per affrontarle nel modo migliore.
Negli ultimi anni c'è stato un proliferare di sigle, partiti e movimenti inneggianti alla sovranità nazionale.
Ma cosa troviamo alla base di questi movimenti? Quale è la spinta che produce quella apparente forza che ne determina poi la linea ed il percorso?
La personalità del fondatore o dei fondatori.
Questo movimenti e partiti, si possono definire genuini però con una serie di distinguo che traggono origine dalle esperienze dei fondatori.
Del resto per poter pensare di stare insieme ad altri in un progetto di qualsiasi natura, ancor più se politico, bisogna necessariamente condividere non solo le idee in prospettiva, ma soprattutto il fondamento di queste idee dal punto di vista culturale più profondo ed addirittura intimo.
Quello che sto vedendo, non da oggi , ma da quando questo processo si è attivato, anche partecipando attivamente a quella parte che chi segue non conosce, i retroscena fatti incontri, parole, spesso chiacchiere e soprattutto inconcludenza, mi porta a pensare che ben poco si sia compreso.
Ovvero, si è compreso giusto quel poco per incoronarsi.
Mi spiego meglio.
Un partito politico serio che si appresta ad affrontare non solo una tornata elettorale, ma un percorso di crescita per poi poter pensare di arrivare ad incidere veramente sulle scelte, ha bisogno sì di candidati ma non solo.
È un dato reale e soprattutto, a mio avviso, un punto nodale della reale possibilità di affermazione ora e vero sviluppo e crescita futura. E il presente incombe ed il futuro corre.
Non ho avuto mai modo di sentire e di comprendere se non espresso che l'obiettivo fosse quello di costruire un partito e non sfruttare una potenziale apertura di spazio politico non indifferente ed affrettarsi a bloccarlo, non riempirlo, che sono due cose differenti.
Oltretutto con tesi programmatiche condivisibili, ma che in molti casi necessitano di tempi lunghi in quanto non pensate sull'utilizzo immediato del quadro normativo esistente ma sulla modifica di leggi e altro e quindi non di possibile applicazione e/o variazione immediata.
Ecco perché ci troviamo di fronte ad una apparente inspiegabile ulteriore frammentazione se non una vera e prima polverizzazione di quello che molti definiscono "fronte del dissenso" o "fronte del sovranismo".
Non c'è un "fronte". Ci sono una miriade di legittime aspirazioni personali che in alcuni casi spinti dalla necessità sono state messe in relazione ad altre aspirazioni, legittime, personali: ovvero un groviglio di singoli.
Un groviglio di singoli che appena è stato lanciata la.palla in campo in maniera repentina, sta dando il meglio del lettino di se.
Chiariamo, ognuno fa ciò che vuole con le priorie idee e le proprie fatiche, ci mancherebbe, ma qui stiamo "giocando" con le aspettative di milioni e milioni di italiani.
Le dichiarazioni di tutte le compagini che si apprestano ad affrontare la battaglia, perché battaglia sarà, elettorale, parlano del "superamento della soglia".
Cosa significa superare la soglia? Significa che una pattuglia di persone afferenti all'andata forza politica accederà in parlamento.
A fare cosa? Con quali prospettive concrete? Abbiamo già assistito a tutto ciò in questi ultimi due anni e mezzo. Divieni parole al vento.
Abbiamo visto unirsi partiti opposti su questioni che hanno distrutto fortemente la vita degli italiani senza battere ciglio.
Quindi con quel tre per cento, che si vuole fare? Nulla. Solo parole che non incideranno come dovrebbero. Certamente non per cattiva volontà di coloro che si troveranno li, anzi, gli stessi sicuramente si danneranno l'anima per portare a casa qualche risultato.
Ma abbiamo già avuto modo di vedere, e il sistema ce lo ha fatto vedere proprio per renderci già pronti, come si risolvono queste questioni: l'isolamento politico.
E a quel punto coloro che avranno legittimamente lottato per raggiungere la soglia ed entrare nelle istituzioni, così come quelli che di hanno provato senza riuscirci, penseranno: ma perché?
Perché quando era il momento sei stato con il centimetro in mano a misurare qualcosa per dire che il tutto qualcosa era più lungo del qualcosa di altri e per cui la tua identità data dalla misurazione del qualcosa ti imponeva di proseguire sulla tua strada.
Ma il vero risultato quale sarà? L'ulteriore perdita di fiducia non solo nel sistema e nella politica in generale, ma proprio sulla possibilità che si possa provare ad intervenire: la rassegnazione sarà massima e diffusa oltre ogni limite.
Poi si ricorderà, sempre colui che avrà passato la soglia e sarà solo in quelle stanze, il concetto del treno che passa.
L'unica consolazione probabilmente sarà quella di aspettare il "suo" 24 settembre per maturare il diritto alla pensione.
Quando invece con in minimo di umiltà e di vero spirito si condivisione di sarebbe potuto passare alla storia perché un altezza politica non è composta di solo candidati e quindi la legittima ispirazione personale avrebbe avuto molte possibilità di espressione una volta fatto quello che doveva essere: la nascita di una forza comune.
Non so se la gente capirà. Ma se treno era, non credo avrà una nuova stazione a cui fermarsi: ho il terrore che questa sia l'ultima.
(Foto da Pixabay)