L'uscita

Il bailamme governativo sta assumendo aspetti grotteschi.

Come al solito si fa leva sull'emozione derivante dagli ultimi avvenimenti “politici”.

Draghi ha praticante completato il compitino assegnatogli e impostato già dal 1992.

I partiti devono rendere conto ai loro elettori rimasti e non possono non farlo cercando continuamente la rissa per polarizzare le percentuali per il prossimo voto.

Si, polarizzare le percentuali e non il numero dei votanti a proprio favore.

La disaffezione è crescente e ai partiti interessa solo dare una rinfocolata ai voti sicuri e acritici basati sui cavalli di battaglia che proprio per questo motivo vengono periodicamente sventolati in previsione di una massiccia futura ennesima pesante disaffezione al voto.

Tornando a Draghi, la sua uscita sarà sempre trionfante.

Poverino, ha faticato per portare avanti la strategia affidatagli.

Però non ha avuto nessuna nessuna nessuna battuta di arresto nel suo percorso.

Il quadro è chiaro e delineato. Abbiamo anche già l'interferenza Russa.

Intanto la Von der Leyen, e quindi la UE, interferisce per davvero e nuovamente, come con le condizioni al Recovery Fund, nelle questioni interne ad uno stato sovrano.

Sovrano. Ormai una parola ed un concetto deformato e deturpato sono a renderlo incomprensibile a causa dell'uso storpiato che ne viene fatto.

Le caselle per l'autunno si stanno pian piano ma inesorabilmente allineando. 

Intanto Draghi si avvia a danzare trionfante sulle macerie italiane e ad incassare il bonus per aver assolto al suo compito.

Mentre gli avvoltoi già banchettano.

(Foto da Pixabay)