Dopo aver passato anni a discutere il problema senza ricercare ed adottare soluzioni concrete, si decide di istituzionalizzare l'emergenza con tutto quello che ne consegue.
Ma come si è svolta e si svolge tuttora la discussione sulla questione migranti? Si svolge in maniera ideologica e il confronto è basato solo sulla ricerca di ringalluzzite i propri tifosi e di questo ne approfitta la UE.
Siamo una porta aperta, anzi spalancata, per l'accesso in Europa.
Ma se nella altre nazioni il problema pur essendoci è quasi distante, per noi il problema è pressante e senza che ce se ne renda conto sta cambiando la nostra realtà.
Ci troviamo in una situazione in cui convergono molti fattori apparentemente slegati ma così non credo sia.
Non posso pensare che la continua modifica delle norme lavorative che hanno reso il mercato del lavoro una sorta di corsa all'accettazione della possibilità di sopravvivenza sia slegato da tutto ciò.
Le tutele, ormai rese al lumicino per molti lavoratori e azzerate per molti di più, così come i salari e soprattutto le modalità di accesso alla maggior parte dei lavori, sono assolutamente inammissibili.
Eppure nessuno ne fa parola. Figuriamoci i sindacati
Da un lato abbiamo un economia resa schiava del mercato che sta rendendo i lavoratori, specialmente nel campo della manifattura, una sorta di appendice al lavoro stesso.
Si sta ritornando al sistema del lavoro per sopravvivere in netta antitesi ai dettami costituzionali che chiaramente descrivono il lavoro come lo strumento per rendere l'uomo libero e metterlo nella possibilità di vivere dignitosamente.
Tutto questo sta finendo nel cesso. Con la buona pace delle istituzioni e chi le rappresenta. Tutto per soddisfare il fantomatico mercato.
I prodotti vengono posti in vendita non tenendo conto di quanto costa produrli, ma solo di quanto si possono vendere alla luce di considerazioni di puro marketing applicato al darwinismo economico che vede sempre più sminuito il ruolo del lavoratore.
Di contro le spettanze dei lavoratori così come i diritti e le tutele vengono costantemente erose per il mezzo di una immotivata ricerca di competitività che nei fatti è solo e sempre in taglio di stipendi, diritti e tutele, oltre che motivazione per chiudere e desertificare li industria italiana.
In tutto questo la crescente immigrazione sta preparando il terreno ad un ulteriore abbattimento delle aspettative dei lavoratori ormai condotti, anzi spinti, a forza verso l'accettazione di una possibilità di sopravvivenza a qualunque costo.
Lo sminuimento del lavoratore descritto nei trattati come "forza lavoro flessibile" è un fatto grave e che riporta l'orologio indietro di oltre 300 anni.
Eppure molti, troppi, pare non se ne rendano conto mentre sorseggiano il loro aperitivo e tutto ciò avviene davanti ai loro occhi ciechi.