Eppure la finanza dovrebbe essere uno strumento dell'economia. Non l'inverso.
La finanza trasforma la crescita economica delle imprese in moneta e man mano che questa trasformazione cresce e diviene predominante in rispetto all'attività economica invertendo il rapporto con l'accumulo di enormi patrimoni che vengono usati in investimenti che rendono subordinate le attività economiche.
Questo comporta un'inversione di rapporto.
L'economia diventa a sua volta strumento della finanza per il fatto che chi ha i capitali non ha più un rapporto diretto con la produzione ma la controlla appunto finanziariamente condizionando le attività sia nazionali che internazionali di produzione.
Di fatto condizionando l'economia per la concentrazione di mezzi finanziari in poche mani che aumenta il potere di costoro e i possibili condizionamenti per ottenere vantaggi economici in maniera egoistica.
Tutto questo accumulo di immensi patrimoni nelle mani di pochi, specialmente in questi ultimi cinquant'anni, produce l'inversione del principio di "equità tra i Popoli". [1]
Negli ultimi decenni stiamo assistendo al fatto che la disponibilità economica dei più ricchi cresce smisuratamente mentre quella dei livelli più bassi di ricchezza diminuisce sempre più.
Non a caso ogni anno la rivista Forbes pubblica la classifica generale delle persone più ricche del pianeta misurandola con la disponibilità di denaro.
La concentrazione di tutta questa ricchezza nelle mani di pochi soggetti diventa pericolosa sia per il Paese di costoro che per i Paesi in cui tali persone vanno ad investire.
Ad esempio proprio gestendo la propria finanziarizzazione derivante dall'accumulo di immensi patrimoni frutto della vendita di petrolio gli arabi hanno diversificato i loro investimenti nel mondo utilizzando parte degli utili di ritorno per incrementare le attività all'interno dei propri confini.
Avvenimenti sportivi come i mondiali di calcio in Qatar e i prossimi giochi asiatici invernali del 2029 e l'expo del 2030 in Arabia Saudita sono figli di tutto ciò.
Il problema principale è che nessuno si pone criticamente nei confronti del tema derivante da tutto ciò, ovvero come frenare questo processo non equo.
In Italia questo si sta manifestando prepotentemente con la forte perdita di potere di acquisto.
E molte delle spinte green che stiamo subendo sono figlie di questa estrema finanziarizzazione che uccide l'economia.
E lo stato italiano, spinto dalla UE, di fatto abdica sempre più giorno per giorno alla sua funzione delegando al privato e quindi alla finanza, che detiene i capitali necessari, la nostra vita e la nostra quotidianità.
Questi sono gli effetti delle tanto invocate privatizzazioni, della cessione della capacità di emissione della moneta e non solo.