Lo sviluppo continuo in campo tecnologico e la messa in uso di sempre più applicazioni legate alla gestione della nostra vita intesa non solo come singoli ma come società nazionali e non sta riducendo via via tanti campi di azione umana.
Di questo risente molto la politica.
Diciamo che probabilmente la politica, intesa come persone che gestiscono la nostra società e danno gli indirizzi ad essa, probabilmente questo lo ha capito da molto tempo contrariamente a quanto sostiene.
Di fatto il connubio tra mercato spinto a cui siamo sempre più esposti e sottoposti e la crescita continua sotto l'aspetto tecnologico, di fatto ha già ridotto il ruolo della politica ai minimi termini.
Già dagli anni settanta, lentamente ma inesorabilmente, c'è stata la scelta di un preciso modello economico che ha di fatto posto stati, imprese, famiglie, pensionati, permanentemente con l'acqua alla gola trasferendo e concentrando, nel contempo, sempre più quote di ricchezza e di potere reale nelle mani di pochi.
Di fatto si è creata un'oligarchia che senza partecipazione dal basso e senza controllo democratico detta la linea al mondo.
In questo sistema creato la politica non ha altro che il ruolo marginale di gestire l'amministrazione quotidiana e predisporre legalmente tutto quanto serva a questo potere in mano di pochi.
Questa continua apparente crisi, che però continua ad arricchire pochi, mette la politica nella condizione limitata di creare aspettative che poi a rotazione saranno disilluse.
Per capire questo credo basti osservare la realtà.
Ad esempio le leggi di bilancio dove a turno si disfa ciò che ha fatto chi ha preceduto e lo si sostituisce con strumenti simili ma "personalizzati".
Questo in un continuo cambio di strategia che però a ben vedere corrisponde ad una sorta di immobilismo "falsamente attivo".
Si è mai visto un passaggio di miglioramento di una qualsiasi norma, specialmente in campo economico, riguardante la vita delle persone?
Mai. Dopo una messa alla gogna totale del dato provvedimento se ne propone uno "similmente diverso" a uso principale delle propria tifoseria.
Tant'è che nella maggior parte dei casi nemmeno i saldi contabili cambiano.
Un paragone potrebbe essere quello di ricevere la possibilità di avere a disposizione una sorta di giocattolo del consenso, le elezioni, con cui si stabilisce chi sarà il lacchè di turno.
Con la crescita esponenziale tecnologica però credo che stia per cambiare anche questo "diversivo" da mandriano.
Credo si stia per arrivare ad un sistema ulteriormente accentrato che potrebbe somigliare ad una sorta di sistema di gestione e controllo zootecnico.
E crescono sempre più le convinzioni di spostare la rappresentatività politica con sistemi tecnologici ad hoc che "garantirebbero" la democrazia.
Per me sarebbe la fine definitiva anche dell'illusione di pensare di poter esprimere il proprio pensiero votando.
Il fine è sempre quello: raggiungere la condizione che chi possiede le risorse decide cosa farne e a chi darle.
A ben guardare non credo che siamo molto lontani.