Ci ritorno sopra.
La questione dei fedifraghi americani beccati al concerto ha suscitato molte reazioni.
Reazioni di più tipi e su vari livelli.
Quella che credo sia stata la maggiore reazione è l'aspetto pernicioso rappresentato dalla massiccia intromissione nella vita di costoro.
A me inquieta, non tanto lo specifico, ma riflettendo è ciò che in un certo modo si sta realizzando con la nostra complicità per le nostre ed altrui vite.
A me inquieta anche solo il fatto che tu stia a guardare una partita o un qualsiasi altro evento e senza motivo, se non quello dell'intrattenimento per alcuni minuti di una certa quantità di persone, tu venga esposto.
La risposta che credo sia maggioritaria : "ma che stai a dire? È puro divertimento. E poi se non hai nulla da nascondere che ti frega."
Vabbè. Vedetela così. Io no.
L'invasione delle nostre vite, con la nostra complicità, e la messa in piazza in una sorta di casa di cristallo viene sempre più sottovalutata e anzi, ricercata per un secondo di notorietà.
Poi mi torna in mente un film "Anon", in cui la vita delle persone era costante verificabile da chiunque, come in un social, avesse un collegamento.
Le immagini della vita era scandagliabile anche in momenti di personale intimità e non cancellabile se non grazie al contributo di hacker specializzati e super ricercati.
Al di là della finzione cinematografica, la strada in questa direzione è avviata da tempo.
Riflettiamo solo sulle verifiche possibili per la nostra posizione per il mezzo del cellulare.
Oppure sull'estrema e penetrante diffusione di telecamere e mezzi per la ripresa in ogni dove.
Ma tutto è per la nostra sicurezza e noi per la nostra sicurezza imploriamo che ci spiino.
Tanto se non hai nulla da nascondere che fa.
Ne riparliamo.
La questione dei fedifraghi americani beccati al concerto ha suscitato molte reazioni.
Reazioni di più tipi e su vari livelli.
Quella che credo sia stata la maggiore reazione è l'aspetto pernicioso rappresentato dalla massiccia intromissione nella vita di costoro.
A me inquieta, non tanto lo specifico, ma riflettendo è ciò che in un certo modo si sta realizzando con la nostra complicità per le nostre ed altrui vite.
A me inquieta anche solo il fatto che tu stia a guardare una partita o un qualsiasi altro evento e senza motivo, se non quello dell'intrattenimento per alcuni minuti di una certa quantità di persone, tu venga esposto.
La risposta che credo sia maggioritaria : "ma che stai a dire? È puro divertimento. E poi se non hai nulla da nascondere che ti frega."
Vabbè. Vedetela così. Io no.
L'invasione delle nostre vite, con la nostra complicità, e la messa in piazza in una sorta di casa di cristallo viene sempre più sottovalutata e anzi, ricercata per un secondo di notorietà.
Poi mi torna in mente un film "Anon", in cui la vita delle persone era costante verificabile da chiunque, come in un social, avesse un collegamento.
Le immagini della vita era scandagliabile anche in momenti di personale intimità e non cancellabile se non grazie al contributo di hacker specializzati e super ricercati.
Al di là della finzione cinematografica, la strada in questa direzione è avviata da tempo.
Riflettiamo solo sulle verifiche possibili per la nostra posizione per il mezzo del cellulare.
Oppure sull'estrema e penetrante diffusione di telecamere e mezzi per la ripresa in ogni dove.
Ma tutto è per la nostra sicurezza e noi per la nostra sicurezza imploriamo che ci spiino.
Tanto se non hai nulla da nascondere che fa.
Ne riparliamo.