Agricoltura industriale

 
In questi giorni assistiamo alle proteste degli agricoltori europei e quindi anche di quelli nostrani.

In Italia le proteste sono iniziate con un certo ritardo in confronto al resto dei paesi che fanno parte della UE. [1]

Comunque stiamo assistendo a questo "evento" che a mio avviso ha un mero valore mediatico e difficilmente troverà una soluzione concreta e certa visto i presupposti.

Il mainstream, anche con la complicità della politica e della associazioni di categoria, sta ancora una volta puntando i riflettori e quindi l'attenzione dei più solo ed esclusivamente sul dito, la riduzione dei contributi, per non fare guardare la luna, la riduzione forte degli spazi di libertà imprenditoriale privata. 

In sintesi, per me, è anche questo una tessera del mosaico con cui si sta limitando fortemente la propietà privata in ogni sua forma.

Partendo proprio dal suo fondamento, che non è il possesso di qualche bene, ma la possibilità di poter autonomamente averne commisuratamente alle proprie capacità.

Dando uno sguardo agli attori di questa sorta di recita ci si rende conto dell'assoluta impossibilità di soluzione microeconomia alla luce di imposizioni macroeconomiche derivanti anche in questo caso dai desiderata della finanza che ormai ha quasi del tutto ucciso l'economia occidentale. [2]

I complici di ciò sono la politica e le associazioni di categoria. 

Perché dico questo? 

Basta guardare chi ha votato nel 2021 la PAC (Piano Agricolo Comunitario) approvandolo così come adesso a favore di campagna elettorale si sta percolando ancora una volta i propri tifosi. Tifosi ciechi e sordi. [3] 

Cosa frulla nella testa di chi ha ha deciso di appropriarsi di tutto ciò che sarà reso possibile grazie a questa rete, anche in parte inconsapevole e in buona fede, è abbastanza chiaro: rendere tutto derivante da produzione industriale in mano a pochissimi.

Così come è chiaro che grazie al progresso chimico e tecnologico tutto ciò sarà reso ancora più possibile e economicamente valido e ancora più finanziariamente.

Basta anche ricordare ad esempio tutte le prese per i fondelli tanto care ai leghisti per quanto alle quote latte nel 1997 e cosa oggi troviamo in commercio.

Fenomenale poi la perculata del ministero ad hoc, quella dei fratelli, ma non troppo.

In sintesi: si creano difficoltà crescenti sia sotto l'aspetto economico e ancora di più sotto l'aspetto legislativo e poi si importa da paesi dove sapientemente si riscontrano "arretratezze" legislative riferite alla produzione che guarda caso è fatta tutta grazie ai prodotti che in UE sono banditi nei campi.

L'esempio è il grano canadese, pomodori cinesi e chi più ne ha più ne metta.

Date uno sguardo ad esempio di cosa dice TRECCANI al riguardo della "rivoluzione agricola". [4]

L'importante è che si producano prodotti 'tipo" quelli italiani per essere messi sul mercato.

Come delle fotocopie rese autentiche.

Ma avete visto mai affianco agli agricoltori, così come agli allevatori, rappresentanti dell'industria di trasformazione di questi prodotti?

No. E non li vedrete mai. Perché? Sono i mandanti.

E intanto la finanza sta lucrando sull'energia verde sempre a discapito dell'iniziativa privata agricola. [5]