Si moltiplicano le informazioni che riceviamo in merito ai continui sviluppi in campo tecnologico e specificatamente nell'uso delle Intelligenze Artificiali.
Sono sempre più convinto che, come sostenuto e spiegato dal Prof. Faggin, l'impossibilità concreta di decodificare le emozioni in simboli non permetterà a quella che viene chiamata "Intelligenza Artificiale" di essere dotata di una coscienza e quindi di libero arbitrio. [1]
Nei fatti l'Intelligenza Artificiale non può che replicare a grande velocità di calcolo ciò che le viene insegnato e utilizzando le informazioni ricevute può dare l'impressione di ragionare, ma è solo un'impressione data dalla velocità del calcolo.
In questi giorni abbiamo anche ricevuto la notizia del primo impianto celebrale di "Neuralink"per controllare telefono e computer.
Questo non è ragionare. Questo è altro. Questo è utilizzare strumenti tecnologici che interagiscono con il nostro corpo. La psiche e il pensiero sono ben altro.
Da questo non si può non parlare di transumanesimo.
Siamo facilmente portati a pensare che il transumanesimo si risolva in un connubio uomo e macchina.
Questo ritengo sia facile pensarlo e soprattutto si può essere facilmente indotti a pensare che questo connubio sia esaustivo per spiegarlo.
Non credo sia tutto qui. E proprio riflettendo su ciò che si può desumere dal ragionamento conseguente a studi e ampliamento di conoscenza in molti campi convergenti anche da parte di Faggin.
La sostituzione di parti e la miscela macchina/uomo credo abbia un valore diverso.
D'accordo, ci presentano il tutto come uno "strumento di salute", e fino ad un certo punto concordo. Ma già il solo utilizzo di strumenti che tengono in vita una persona in coma pone dei seri problemi etici e morali.
Oltretutto mi stona un fatto che forse può facilmente passare inosservato: in effetti a cosa dovrebbe servire l'utilizzo di tecnologia transumanista, quella dell'innesto della macchina nell'uomo, se non a conservare un involucro, corpo, in cui contenere un cervello, ovvero un pensiero ed una coscienza?
Però, nei fatti e al di là dei proclami "per la tua salute", come "per la tua sicurezza", l'impostazione che sto percependo è diametralmente opposta: l'utilizzo del transumanesimo come mezzo per "meccanizzare" la vita delle persone". [2]
Non per migliorarne la vita effettivamente e diffusamente.
Uscendo dal circuito dei pensieri riferiti ad un transumanesimo necessario per riparare difetti o sopravvenute complicanze fisiche, che è quello a cui siamo d'impatto messi di fronte, in effetti tutto questa "potenza" tecnologica, Intelligenza Artificiale e applicazione della stessa in campo transumano, ci stanno portando piamo piano a ragionare in termini di "macchina".
Ma non come macchine dal punto di vista fisico, ancor più come macchine nel pensiero.
Questo lo si può riscontrare nella crescente dipendenza dalla rete da parte di tante persone, in maniera crescente.
Non a caso assistiamo, spesso senza renderci conto che parlano di noi, a lotte tra un potere politico sempre più debole nel regolamentare e guidare lo sviluppo tecnologico crescente e i pochi detentori di questo potere.
Di fatto il transumanesimo più che un fattore fisico credo sia un fattore psicologico e di ragionamento e messa in atto di azioni sotto una spinta livellatrice e uniformante proprio per la sua natura meccanica.
L'assuefazione a impulsi anche emotivi che generano reazioni spesso scollegate da altre situazioni elementarizzando di fatto le nostre risposte e quindi a catena anche le nostre richieste, credo siano abbastanza riscontrabili.
In tutto questo, a mio avviso, il punto più forte e quindi la spinta maggiore che riceviamo, è verso quello che sino a qualche tempo fa si definiva "il senso della vita" e quindi la vita stessa.
Riconducendo le necessità delle persone a semplici elementi di sopravvivenza e di soddisfacimento di pulsioni e aspettative più semplici, di fatto si abbassano le potenzialità di crescita personale legate appunto al senso della vita e quindi in maniera più profonda.
Questo credo sia un punto nodale: se creo un corpo che può essere messo in relazione con una macchina a cosa serve se non a preservarne l'essenza, il pensiero?
E questo è anche il paradosso. Assistiamo ad una progressiva e continua riduzione dello spazio del libero pensiero.
E per libero pensiero intendo la possibilità e soprattutto la capacità di ragionare e accrescere la propria umanità che è l'opposto di ciò verso cui siamo costantemente spinti.
Un esempio su tutti: la scuola.
E collegata ad essa l'atteggiamento ad esempio di molti genitori di fronte a scelte scolastiche dei figli che vogliono frequentare scuole umanistiche.
Questo fa parte ella direzione intrapresa verso un mondo "meccanico", inteso come rapporto delle persone con la propria vita: sei un elemento non per ciò che sei ma per ciò che servi.